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CN: Programma di legislatura, maggiore austerità

(Keystone-ATS) Il Consiglio nazionale ha avviato oggi un lungo dibattito sul Programma di legislatura 2015-2019 del Consiglio federale.

Durante l’esame dettagliato, che proseguirà domani mattina, si è profilata una maggioranza di centro-destra, favorevole a maggiori sgravi alle aziende e austerità. Il dossier dovrà tuttavia ottenere ancora l’avallo degli Stati.

Il programma di legislatura, sorta di agenda politica del Consiglio federale, contempla 16 obiettivi. Tra questi figurano finanze sane per garantire anche negli anni a venire prestazioni efficaci da parte dello Stato.

Al Nazionale, una chiara maggioranza (132 voti a 56) si è espressa a favore di un maggiore rigore budgetario. Il Consiglio federale non dovrebbe accontentarsi di risparmiare un miliardo all’anno fra il 2017 e il 2019, ma spingersi ad economizzare ulteriori 500 milioni annui.

Attualmente il margine di manovra del Consiglio federale è troppo ristretto e la Confederazione è costretta per legge ad occuparsi di determinati compiti, ha rilevato Olivier Feller (PLR/VD), aggiungendo che i tagli decisi riguardano essenzialmente l’agricoltura, la formazione, l’esercito o l’aiuto allo sviluppo.

Una maggioranza di deputati ha pure chiesto la ripresa della riforma dell’imposta preventiva, oltre a una serie di misure di deregolamentazione e una riduzione dei costi per l’economia. Non bisogna ostacolare l’iniziativa privata eccedendo con la regolamentazione, ha sostenuto Léo Müller (PPD/LU).

I progetti con grosse conseguenze per il mondo economico dovrebbero essere sottoposti a un’analisi d’impatto. Il centro-destra non vede di buon occhio nemmeno una revisione del diritto della società anonima che preveda quote a tutela di un’equa rappresentanza femminile nella direzione delle grandi aziende. Con 96 voti contro 92, il plenum ha chiesto anche l’attuazione della terza riforma della fiscalità delle imprese.

La maggioranza vuole anche che la Svizzera sia chiamata a partecipare attivamente ai forum internazionali sulle questioni finanziarie e fiscali per evitare di subire svantaggi concorrenziali.

La sinistra si è battuta invano contro queste proposte. Vogliamo fare ammalare la Svizzera di anoressia, ha criticato Roger Nordmann (PS/VD). Moltiplicando i tagli, ci saranno conseguenze per l’AVS, i trasporti pubblici e gli aiuti alle famiglie meno facoltose, ha rilevato.

Il Nazionale non ha voluto stralciare dal Programma di legislatura il piano d’azione sulla biodiversità così come le proposte di politica climatica per il dopo 2020 e, con 96 voti a 87, la seconda tappa della revisione della legge sulla pianificazione del territorio.

Lo schieramento rosso-verde ha chiesto senza successo di tassare in modo “appropriato” le transazioni finanziarie, i guadagni in capitale e i dividendi, oltre a una riforma fiscale ecologica e uno sforzo maggiore nella lotta all’evasione fiscale.

Con 106 voti contro 80 la Camera ha respinto l’idea di una strategia per promuovere una politica industriale focalizzata sull’avvenire e la produzione. Sinistra e PPD volevano che l’industria continuasse a rappresentare a lungo termine il 20% della creazione di valore dell’economia.

La Svizzera deve restare fra i leader a livello tecnologico, ha sostenuto senza successo Bea Heim (PS/SO). Questa rivendicazione è controproducente, ha replicato Marcel Dobler (PLR/SG), aggiungendo che tale strategia non avrebbe fatto altro che nuocere alla competitività.

Il plenum si è invece schierato in favore dell’elaborazione, da parte della Confederazione, di condizioni quadro per la digitalizzazione della società, attraverso una serie di misure in favore delle nuove imprese. Con 101 contro 85, i deputati hanno inoltre chiesto un piano d’azione che permetta una migliore conciliazione tra vita familiare e professionale.

In merito alle relazioni con l’Unione europea e all’applicazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa, la maggioranza si è allineata al governo, respingendo sia le proposte della sinistra che quelle dell’UDC. Diversi emendamenti sono stati accolti senza opposizione. La politica agricola dovrà per esempio porre l’accento sulla promozione dei prodotti svizzeri, sulla sostenibilità e sullo sviluppo imprenditoriale delle fattorie.

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