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CN: sì educazione sessuale a scuola elementare

(Keystone-ATS) L’educazione sessuale alla fine delle elementari è indispensabile per proteggere i minori contro gli abusi, le malattie trasmissibili e le gravidanze indesiderate. Il Consiglio Nazionale, con 134 voti contro 36, ha respinto l’iniziativa popolare “Protezione dalla sessualizzazione nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare”. Solo alcuni deputati UDC si sono espressi a favore.

La proposta di modifica costituzionale chiede di abolire l’educazione sessuale per i bambini di età inferiore ai 9 anni. Stando al comitato promotore – di cui fanno parte anche la consigliera nazionale ticinese Roberta Pantani (Lega) e il banchiere privato ticinese Michele Moor (ex candidato PPD al Consiglio nazionale nel 2007 ed ex presidente dell’UDC di Lugano) la scuola dovrebbe fornire al massimo un corso destinato alla prevenzione degli abusi mentre l’educazione sessuale dev’essere di competenza esclusiva dei genitori.

A partire dai 9 anni possono invece essere impartite lezioni facoltative di educazione sessuale. Corsi obbligatori sulla sessualità dovrebbero essere invece riservati soltanto a ragazzi di 12 anni e più nell’ambito delle lezioni di biologia, destinate alla “trasmissione di conoscenze sulla riproduzione e lo sviluppo umani”.

Per la maggioranza della Camera del popolo il testo è eccessivamente restrittivo. Il divieto generale di impartire un’educazione sessuale obbligatoria è incompatibile con il diritto dei bambini e degli adolescenti a ricevere una tutela speciale della propria incolumità. Comprometterebbe inoltre le pari opportunità degli allievi.

È importante che ogni minore possa avere accesso alle misure di prevenzione e alle lezioni di educazione sessuale, perché i rischi di abusi esistono anche all’interno della famiglia, ha detto Giovanni Merlini (PLR/TI). In Ticino fin dagli anni ’70 vige un sistema misto e le lezioni sono impartite da insegnanti assieme a specialisti esterni. I genitori vengono sistematicamente informati del contenuto.

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