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CN: servizio universale, no ad articolo costituzionale

(Keystone-ATS) Il servizio universale non ha bisogno di essere garantito dalla Costituzione. Il Nazionale ha bocciato oggi per la seconda volta l’adozione di un articolo che avrebbe chiamato Confederazione e cantoni a garantire servizi sufficienti e accessibili a tutti.

L’oggetto è stato respinto con con 110 voti a 75. Negando una volta ancora l’entrata nel merito, la Camera del popolo ha quindi affossato definitivamente il progetto. Anche il governo era scettico sulla necessità di legiferare in questo ambito.

L’idea di un articolo costituzionale era sostenuta da esponenti della sinistra e delle regioni periferiche, preoccupati per un progressivo indebolimento dalla coesione nazionale. Gli oppositori – parlamentari UDC, PBD, PLR e PVL – hanno invece ribadito che alla popolazione interessano le prestazioni offerte concretamente e non il contenuto di un articolo costituzionale.

Scrivere nella Costituzione che “la Confederazione e i cantoni si impegnano a promuovere un servizio universale sufficiente”, non ha senso e non migliorerà in alcun modo la situazione, ha affermato Kurt Fluri (PLR/SO), a nome degli oppositori. La Svizzera dispone già di un servizio pubblico eccellente e anche di garanzie legali (art. 43a della Costituzione ndr.) in questo ambito, hanno aggiunto altri contrari, così come la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga.

Oggi molti uffici postali chiudono e la posta non viene più consegnata dappertutto: cominciano ad emergere lacune nel servizio universale, ha replicato Anne Mahrer (Verdi/GE) a nome della minoranza della commissione. È giunto il momento di garantire il suo mantenimento, e ciò anche alla luce delle misure di risparmio in corso o previste, ha aggiunto invano Edith Litscher-Graf (PS/TG).

Agli Stati, dove le regioni periferiche e la sinistra avevano fatto fronte comune, l’entrata in materia era stata votata in due occasioni. Tuttavia al Nazionale i rapporti di forza sono diversi.

La bocciatura definitiva del progetto non mette però la parola fine al tema. Il popolo dovrà comunque intervenire nel dibattito. Le associazioni dei consumatori hanno infatti lanciato l’iniziativa “a favore del servizio pubblico”.

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