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CN: Svizzera deve passare a imposizione individuale

(Keystone-ATS) Al pari di altri Paesi europei, anche la Svizzera deve introdurre l’imposizione individuale per le coppie sposate. È quanto chiede una mozione adottata oggi dal Consiglio nazionale per 92 voti a 88 e 6 astensioni. L’oggetto va agli Stati.

Per la maggioranza è giunta l’ora di eliminare le disparità fiscali tra coppie sposate e concubini a livello di imposta federale diretta: in diversi casi, le coppie sposate, considerate una comunione domestica, pagano più tasse a causa della cumulazione dei redditi (e della forte progressività delle aliquote, n.d.r.). Tale discriminazione tocca circa 80 mila coppie sposate, generalmente con redditi elevati.

Tale disparità, denunciata già nel 1984 da una sentenza del Tribunale federale, potrebbe essere attenuata mediante l’imposizione individuale. Ogni membro della coppia verrebbe tassato individualmente.

Tale sistema ha il vantaggio, secondo i suoi sostenitori (PS, Verdi liberali, Verdi, PLR), di essere neutrale da un punto di vista del tipo di unione scelto (matrimonio, concubinato, in unione domestica registrata) e di incoraggiare soprattutto le donne a lavorare. Molte di loro preferiscono stare a casa, dal momento che i loro guadagni vengono in gran parte incamerati dal fisco, ha denunciato Olivier Feller (PLR/VD).

A nome della commissione, Cesla Amarelle (PS/NE) ha sostenuto che potrebbero essere creati in questo modo fino a 50 mila impieghi a tempo pieno supplementari. Tenuto conto anche dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, questo modello di tassazione permetterebbe di sfruttare al meglio il potenziale di manodopera interno.

Parte delle perdite per l’erario federale – fino a 2,3 miliardi di franchi secondo i detrattori dell’imposizione individuale – verrebbero più che compensate dall’estensione del substrato fiscale dal momento che, grazie all’imposizione individuale, un maggior numero di persone potrebbero scegliere di ritornare alla vita attiva.

Una minoranza del plenum ha messo in guardia dalle perdite fiscali di un simile modello e dai costi amministrativi per i cantoni – si è parlato di “mostro burocratico” – originato dal sensibile incremento delle dichiarazioni fiscali. Ciò richiederà un forte aumento degli organici.

A tale riguardo, il Consigliere nazionale Thomas Aeschi (UDC/ZG) ha parlato del 30-50% di costi in più stimati dai cantoni, che non ne vogliono sapere della tassazione individuale, mentre il Consigliere federale Ueli Maurer ha parlato di 4-500 posti di lavoro supplementari nei cantoni per sbrigare le pratiche fiscali in crescita.

Il ministro delle finanze, che invitava il plenum a respingere la mozione, ha accennato anche alle difficoltà pratiche inerenti la tassazione individuale, specie per quanto attiene alle deduzioni per i figli o dei costi per l’assicurazione malattia.

Nel corso del suo intervento, il ministro democentrista ha ricordato le difficoltà nel trovare la soluzione ideale che metta tutti d’accordo. Tutti i tentativi esperiti finora, mediante l’adozione di modelli alternativi come lo splitting parziale o totale, sono falliti.

Il Consigliere federale ha ricordando inoltre che intende proporre tra sei mesi un messaggio con varie proposte, che non privilegi solo un sistema come chiede la mozione, ma che presenti più varianti. Ma il suo appello è caduto nel vuoto.

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