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CN boccia iniziativa “1:12 – Per salari equi”

(Keystone-ATS) Con 110 voti contro 59 e 2 astensioni, il Consiglio nazionale ha bocciato oggi l’iniziativa popolare della Gioventù socialista (GISO) “1:12 – Per salari equi”, che intende limitare il salario dei dirigenti di un’azienda a dodici volte quello del dipendente meno pagato. L’oggetto va agli Stati.

Tutti gli oratori hanno condannato alcuni abusi palesi. Thomas Maier (PVL/ZH) ha per esempio parlato di “evoluzioni poco sane”. “Gli eccessi ci sono”, ha riconosciuto Hansjörg Hassler (PBD/GR). Per Fabio Regazzi (PPD/TI) è normale che la “discrepanza tra salari stratosferici e salario medio urti la popolazione”. Il suo collega di partito Alois Gmür (PPD/SZ) non ha esitato a parlare di “comportamento mafioso” di alcuni manager.

Ma per la maggioranza borghese il testo metterebbe a repentaglio la piazza economica e finanziaria elvetica e minaccerebbe anche il finanziamento dello Stato sociale. “Il 10% dei contribuenti paga il 99% delle entrate fiscali sul capitale”, ha sostenuto Peter Spuhler (UDC/TG).

Per Ruedi Noser (PLR/ZH) accettare l’iniziativa significherebbe fare della Svizzera la “Corea del Nord d’Europa, dove tutti saremo ugualmente poveri”. L’iniziativa non raggiungerebbe lo scopo di limitare i salari elevati e aumentare quelli bassi perché le aziende toccate deciderebbero di traslocare la loro sede all’estero o di scorporare le attività meglio retribuite lasciando quelle a basso reddito in altre unità imprenditoriali, ha detto Philipp Müller (PLR/AG) a nome della commissione.

Per Cédric Wermuth (PS/AG) oltre a combattere gli abusi, l’iniziativa è pure “razionale dal punto di vista economico, dato che la concentrazione del capitale nella mani di pochi non è sostenibile”. “Il potere in questo modo è solo di un’élite”.

Per la collega di partito Ada Marra (PS/VD) queste presunte élite del resto non hanno nemmeno le competenze che in parte vengono fatte valere per giustificare il loro reddito. La prova: “I manager delle banche hanno messo a rischio l’intera economia mondiale”. La deputata vodese ha anche insistito sull’estensione del divario tra ricchi e poveri: tra il 2002 e il 2007 i salari dei manager sono cresciuti dell’80%, contro un +2,7% per le paghe dei dipendenti.

Marina Carobbio Guscetti (PS/TI) dal canto suo ha affermato che le rimunerazioni di oltre un milione di franchi nel periodo 1997-2008 sono sestuplicate. L’iniziativa è lo strumento adeguato per ristabilire “giustizia sociale e giustizia ridistributiva”.

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