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Comitato contro iniziativa “Protezione contro il fumo passivo”

(Keystone-ATS) Secondo gli oppositori, il divieto di fumare postulato dell’iniziativa popolare in votazione il 23 settembre non mira ad altro che a introdurre di fatto un divieto. Un comitato di destra ha lanciato stamani la campagna in favore del “no”. A suo modo di vedere, basta la legislazione in vigore dal maggio del 2010.

Per i partiti borghesi, l’iniziativa “Protezione contro il fumo passivo” è un progetto inutile, eccessivo e antifederalista. Essi possono contare sull’appoggio di qualche dissidente di sinistra, come il consigliere nazionale Geri Müller (Verdi/AG), che difende il rispetto delle minoranze e delle libertà individuali.

Da due anni, una legge federale vieta di fumare all’interno dei luoghi pubblici e di lavoro, ma prevede eccezioni, come i locali riservati ai fumatori, con personale di servizio. I cantoni possono adottare disposizioni più severe.

L’iniziativa popolare, lanciata dalla Lega polmonare e da altre organizzazioni, chiede un divieto generale di fumare negli spazi chiusi accessibili al pubblico, pur con eccezioni che tuttavia non cita, ha sottolineato il presidente del PPD Christophe Darbellay (VS).

Per lui, l’accettazione di questo testo sfocerebbe in realtà in un divieto totale degli spazi separati riservati ai fumatori in tutti i locali pubblici della Svizzera. Orbene, anche i cantoni che hanno inasprito le disposizioni non si sono spinti tanto lontano.

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