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Commissione: caccia di minori sul web va punita severamente

(Keystone-ATS) Anche la “caccia” di minori su internet a scopi sessuali dovrebbe essere punita. Al pari del Consiglio nazionale, anche la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati sostiene una mozione volta a sanzionare simili azioni.

No invece alla mozione che mira al perseguimento d’ufficio per le molestie sessuali via web compiute su persone minori di 16 anni.

Obiettivo dei due atti parlamentari è contrastare la criminalità di matrice pedofila sulla rete, in particolare il cosiddetto “child grooming”, ossia l’adescamento dei minori on line a fini sessuali.

Con 6 voti a 5, la commissione ha sostenuto una mozione che domanda di inserire tra i reati per cui gli atti preparatori sono punibili anche gli atti sessuali con fanciulli, paragonandoli quindi a crimini gravi come l’omicidio, l’assassinio, crimini di guerra e contro l’umanità, sequestro e presa d’ostaggio. La pena prevista dal codice è di cinque anni.

La commissione ha invece respinto la mozione con cui si chiede di punire d’ufficio le molestie sessuali su minori di 16 anni. Stando al Consiglio federale, gli atti sessuali con fanciulli, la pornografia infantile, il fatto di confrontare un minorenne con testi o immagini pornografiche, l’indurre un minore a compiere atti sessuali su di sé o il suo coinvolgimento in atti sessuali sono reati già attualmente puniti d’ufficio in base all’articolo 198 del Codice penale. Aggiungervi anche le molestie sessuali andrebbe troppo lontano, secondo l’esecutivo.

Nel caso di un adulto che molesta un minorenne in una chat a sfondo sessuale si renderebbero necessarie misure processuali di grande portata, quali sorveglianza di internet, perquisizioni e indagini in incognito, ammesse soltanto per far luce su reati gravi.

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