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Condanna contro Hervé Falciani passata in giudicato

Hervé Falciani non ha fatto ricorso contro la condanna a cinque anni di prigione Keystone/JEAN-CHRISTOPHE BOTT sda-ats

(Keystone-ATS) La condanna a 5 anni di prigione inflitta a novembre dal Tribunale penale federale (TPF) ad Hervé Falciani è passata in giudicato.

L’ex informatico franco-italiano della banca HSBC avrebbe potuto interporre ricorso contro la sentenza dei giudici bellinzonesi – che lo hanno ritenuto colpevole di spionaggio economico – ma non lo ha fatto, ha indicato oggi il Tribunale federale (TF).

Il TPF aveva invece assolto Falciani – che non si era presentato al processo – dagli altri capi di imputazione, come la violazione del segreto commerciale.

Falciani aveva copiato, dal 2006 al 2008, dati bancari della filiale ginevrina di HSBC e li aveva in seguito, dal 2008 al 2014, resi accessibili a diverse ditte private e agli organismi pubblici di più paesi.

Il legale della banca aveva parlato di danni collaterali “inestimabili” commessi dall’accusato. L’ex informatico si era appropriato dell’equivalente di 2’600’000 pagine, o ancora, più di 5300 raccoglitori federali di dati non elaborati, informazioni inutili ma anche sensibili, aveva precisato. La divulgazione aveva interessato una gran maggioranza di clienti onesti.

Secondo il procuratore federale, che chiedeva una pena di sei anni di reclusione, si è trattato di un caso grave di spionaggio economico (ai sensi dell’articolo 273 del Codice penale), considerati sia la durata dell’attività criminale sia il valore dei segreti traditi, che ha costretto la Svizzera ad affrontare una crisi diplomatica.

Il difensore di Falciani aveva invece chiesto al massimo una pena di due anni con la condizionale, poiché – a suo parere – il suo cliente “ha avuto accesso facilmente a un’enorme quantità di dati” ed è stata proprio questa facilità ad averlo “turbato”. “Tutto porta a dire che esistevano numerose falle”, aveva continuato l’avvocato, che si era riferito in particolare a un rapporto severo dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nei confronti della filiale ginevrina.

Il legale aveva ammesso che l’episodio in cui Falciani avrebbe chiesto da 100’000 a 150’000 dollari a una banca libanese in cambio di dati “non è molto glorioso”. Ma “niente indica che i dati che voleva vendere a Beirut fossero in effetti della HSBC Svizzera”.

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