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Consiglio federale: 26 miliardi per la ricerca

(Keystone-ATS) Il ricambio generazionale tra i ricercatori, l’innovazione, la medicina umana e la formazione professionale superiore sono i settori prioritari sui quali il Consiglio federale intende puntare nei prossimi anni.

Il messaggio riguardante l’incoraggiamento della formazione, della ricerca e dell’innovazione – approvato ieri dall’Esecutivo e presentato oggi alla stampa dal Consigliere federale Johann Schneider-Ammann – rammenta l’importanza di questi settori per la prosperità del Paese.

Dobbiamo puntare tutto sulla “materia grigia”, ha dichiarato in entrata il presidente della Confederazione, sottolineando che il denaro speso nella formazione rappresenta il miglior investimento per il futuro dell’economia elvetica e dei suoi abitanti.

La Svizzera, ha aggiunto, figura tra i paesi più innovativi al mondo. Mantenere la posizione di vertice è sempre più difficile , ha spiegato l’ex imprenditore bernese.

Su questo punto vi è convergenza tra la destra e la sinistra, ha aggiunto il ministro dell’economia e della ricerca. Per questo motivo, Schneider-Ammann pensa che il credito potrebbe essere approvato così com’è, sebbene al riguardo non ci si possa dire assolutamente sicuri che il Parlamento seguirà le indicazioni dell’Esecutivo.

Il pacchetto da 26 miliardi tiene già conto del programma di stabilizzazione delle finanze federali (quasi 1 miliardo di minori uscite all’anno) per il periodo 2017-2019. Rispetto tuttavia ad altri compiti dello Stato, i mezzi concessi alla formazione, alla ricerca e all’innovazione rappresentano, proprio per l’importanza strategica di questi settori, un incremento medio annuo del 2%.

Dal messaggio, ha ricordato Schneider-Ammann, sono esclusi la partecipazione elvetica ai programmi europei Erasmus + e Horizon 2020. Per questi ultimi è attualmente in vigore una soluzione transitoria dopo il sì popolare del 2014 all’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa.

Per ora, ha dichiarato dal canto suo il Segretario di stato Mauro Dell’Ambrogio, abbiamo un accesso parziale a questi programmi. Il Parlamento, ha poi rammentato, ha concesso i mezzi finanziari fino al 2020. Se una partecipazione completa ai progetti Ue dovesse rilevarsi impossibile, le Camere potrebbero essere chiamate ad approvare crediti di compensazione.

Formazione professionale avanzata e ricambio ricercatori

Per quanto attiene alla distribuzione dei crediti, Schneider-Ammann ha parlato di continuità col passato, in particolare per il forte sostegno concesso ai due Politecnici federali (10’178 milioni in totale, +1,5% di tasso di crescita media annua), alle università e alle Scuole universitarie professionali (SUP) per sussidi di base e investimenti (5’403 milioni, +1,8%), per il Fondo nazionale svizzero per la ricerca (4’106 milioni, +1,5%). Per progetti specifici in seno alle SUP, Berna intende aumentare il sostegno del 9,5% a 225 milioni su 4 anni.

Tuttavia, il Consiglio federale ha isolato alcuni ambiti che meritano a suo avviso un’attenzione specifica. Tra questi figura la formazione professionale (3’632 milioni, +2,9%), “via scelta da due giovani su tre in Svizzera”, ha puntualizzato il presidente della Confederazione.

Per rendere più attrattiva questa strada, dando maggiori possibilità di carriera ai giovani, la Confederazione intende puntare maggiormente sul perfezionamento professionale a livello terziario non universitario, finanziando i corsi di preparazione agli esami federali.

La Confederazione vuole sostenere con maggiori vigore anche l’istituzione di posti per professori assistenti. Si tratta di dare alle giovani leve maggiori possibilità di svolgere una carriera accademica, senza finire su un binario morto.

Più medici e sostegno all’innovazione

In merito alla medicina, ha affermato Schneider-Ammann, è desiderio del Consiglio federale incrementare il numero di dottori, così come prospettato la settimana scorsa dal ministro della sanità Alain Berset col lancio di un programma straordinario da 100 milioni, per far fronte alle penuria odierna. Entro il 2025 si dovrà raggiungere la cifra di 1300 neodiplomati in medicina.

Da ultimo, figura il sostegno all’innovazione, in particolare per favorire la cooperazione tra settore pubblico e privato. Schneider-Ammann ha ricordato la creazione del “Parco svizzero dell’innovazione” che dovrà permetterà alle imprese elvetiche e straniere dotate di dipartimenti di ricerca e sviluppo di stabilirsi su uno dei cinque siti scelti – Park Basel Area, Park innovAARE in Argovia, Park Zürich, Park Network West EPFL in Romandia e Park Biel/Bienne – e la trasformazione della Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI, 946 milioni, +2,9%) in un istituto di diritto pubblico, che prenderà il nome di Innosuisse. Tra i progetti degni di nota Schneider-Ammann ha evocato anche il Campus Biotech di Ginevra.

I progetti di cooperazione tra pubblico e privato, che portano i due terzi del finanziamento, vanno incoraggiati ha dichiarato in conclusione il Consigliere federale. “Se puntiamo sulla ricerca avanzata, le aziende straniere saranno spinte a stabilirsi in Svizzera”, ha spiegato.

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