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Consiglio Nazionale: aiuto sociale, armonizzare le pratiche cantonali

(Keystone-ATS) La Confederazione dovrebbe intervenire per armonizzare le pratiche cantonali in materia di aiuto sociale. Con 107 voti a 53, e contro il parere del governo, il Consiglio nazionale ha adottato oggi una mozione della sua commissione della sicurezza sociale e della sanità che chiede una legge quadro. Si tratta, in particolare, di evitare doppioni e lacune. Il testo va ora agli Stati.

Per ridurre le disparità tra i cantoni è necessaria una politica globale, ha detto Isabelle Moret (PLR/VD) a nome della commissione. Il sistema attuale non tiene nemmeno conto della crescente mobilità degli individui. La Camera del popolo chiede un’armonizzazione formale e non materiale, ha aggiunto. Le garanzie del minimo vitale dovrebbero essere le stesse dappertutto, anche se i cantoni manterranno le rispettive responsabilità finanziarie.

La nuova legge quadro mira anche a evitare che persone assistite rinuncino a un lavoro nel timore di vedersi soppresse le prestazioni o di ritrovarsi con meno soldi in tasca. L’Unione padronale, la Conferenza delle istituzioni d’azione sociale e l’Iniziativa delle città per la politica sociale auspicano una legge del genere.

Thomas de Courten (UDC/BL) ha inutilmente sottolineato che in questo modo l’onere sociale rischierebbe di aumentare. I minimi vitali non sono gli stessi nei Grigioni e a Basilea. Armonizzarli – ha aggiunto – significa livellarli verso l’alto.

Anche le argomentazioni del ministro della socialità Alain Berset non hanno convinto. I cantoni non hanno bisogno dell’intervento della Confederazione. Occorre inoltre attendere le conclusioni di un rapporto dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) che si sofferma su vari aspetti sollevati dal Nazionale.

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