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Controllo delle finanze: 60 segnalazioni di irregolarità nel 2015

(Keystone-ATS) Nel 2015, il Controllo federale delle finanze (CDF) ha ricevuto oltre sessanta segnalazioni di irregolarità in seno all’Amministrazione federale. Lo indicano oggi la “Tribune de Genève e il “24heures” che citano dati forniti dal direttore della CDF, Michel Huissoud.

“Le 68 persone che si sono rivolte a noi godono di una protezione completa da parte nostra”, ha sostenuto l’alto funzionario, precisando che i cosiddetti “whistleblower” sono essenziali nella scoperta di malfunzionamenti.

Un caso emblematico riguarda gli abusi capitati in seno alla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) riguardanti la fornitura di materiale informatico venuti alla luce nel 2014 grazie proprio a una “talpa” interna.

Il fatto che il bubbone sia scoppiato sulla stampa non scandalizza più di tanto Huissoud. L’importante è che i fatti siano stati resi pubblici, ha spiegato. L’autore delle rivelazioni avrebbe potuto contattare anche la CDF; noi avremmo in seguito inoltrato una denuncia penale, ha aggiunto.

In passato, diversi progetti informatici sono stati al centro di polemiche per il superamento dei costi oppure le difficoltà di implementazione. In questo settore, ha dichiarato Huissoud, “la Confederazione ha fatto molti progressi”.

Stando al funzionario ginevrino, è cambiato soprattutto l’atteggiamento all’interno dell’Amministrazione. “Oggi non c’è più paura di sospendere un progetto che ha preso una direzione sbagliata. Si tratta delle decisione giusta, anche se il prezzo da pagare è una cattiva pubblicità sui media. Insomma, ci vuole anche un certo coraggio per prendere decisioni simili”.

Per l’anno in corso, la CDF si focalizzerà sulla semplificazione delle strutture all’interno dell’Amministrazione federale, con un occhio di riguardo alle procedure per l’acquisizione di programmi informatici. “Inoltre speriamo di sfrondare direttive e particolarità che non si giustificano più”, ha affermato Huissoud, a detta del quale “c’è troppa burocrazia”.

Huissoud ha deplorato anche il ricorso sempre più frequente all’effetto sospensivo nell’attribuzione di mandati. Questi provvedimenti sono estremamente costosi per lo Stato e fanno perdere un sacco di tempo, ha puntualizzato. In causa, in particolare, un grosso progetto informatico bloccato dal ricorso di una ditta leader in Svizzera non considerata per l’attribuzione dell’appalto.

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