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Convogli di aiuti svizzeri nell’est dell’Ucraina

(Keystone-ATS) Alle popolazioni colpite dal conflitto in Ucraina – in entrambi i lati della linea di contatto – sono giunti oggi beni di prima necessità, grazie a due convogli dell’Aiuto umanitario svizzero.

In totale 505 tonnellate di beni per un valore di circa 1 milione di franchi. Lo rende noto in serata un comunicato del Dipartimento federale degli esteri (DFAE).

Un convoglio costituito da 20 camion con circa 293 tonnellate di merci ha raggiunto Donetsk. Trasportava, tra l’altro, solfato di alluminio e cloro per le centrali idriche del Donbas, nonché reagenti e farmaci oncologici per due ospedali. Altri cinque camion si sono uniti a questo convoglio fino a Mariupol, dove sono state scaricate 100 tonnellate di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua.

Un trasporto costituito da sei camion con 112 tonnellate di prodotti chimici, pure per la potabilizzazione dell’acqua aveva raggiunto in precedenza la città di Krasnoarmiisk, nella zona controllata dal Governo. L’Aiuto umanitario svizzero ha fornito inoltre quattro sistemi di produzione di cloro (WATA), affinché le autorità locali possano produrre sul posto, in maniera autonoma e a lungo termine, una soluzione clorata per il trattamento dell’acqua destinata a 20 000 persone nei quattro Comuni dell’area.

Svizzera solo paese attraverso linea di contatto

La Svizzera è il solo attore statale ad aver organizzato convogli umanitari che hanno attraversato la linea di contatto. Già prima del conflitto era presente in Ucraina. Oltre ai programmi sostenuti da tempo dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e dal DFAE, l’Aiuto umanitario svizzero opera fin dallo scoppio del conflitto, all’inizio del 2014, su entrambi i lati della linea di contatto.

In un primo momento si è concentrato sul sostegno, con fondi e personale, a organizzazioni multilaterali attive sia nelle aree controllate dal Governo che in quelle controllate dai ribelli. Nel 2015, ha dato inizio ad azioni dirette a favore della popolazione colpita, in modo da migliorare la qualità dell’acqua potabile e fornire agli ospedali materiale medico. Presta inoltre aiuto di emergenza ai più bisognosi.

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