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Coree: Sud teme attacchi Nord, lancia nuove manovre militari

(Keystone-ATS) Berna – I servizi di intelligence di Seul hanno lanciato l’allarme oggi ritenendo “altamente probabile” un attacco della Corea del Nord, dopo i colpi d’artiglieria della scorsa settimana contro l’isola sudcoreana di Yeonpyeong, nel mentre USA e Corea del Sud lavorano a un altro ciclo di manovre militari “dimostrative” da tenere a fine mese o al più tardi a inizio d’anno.
La Cina ha ribadito, attraverso il ministro degli Esteri, Yang Jiechi, che per evitare l’escalation è necessario avere a breve una consultazione d’emergenza nell’ambito del dialogo a Sei, quello finalizzato all’abbandono del nucleare da parte di Pyognyang. “Le parti interessate dovrebbero mantenere la calma ed esercitare la moderazione per riportare la situazione sui binari del dialogo e della negoziazione”, ha detto Yang, per il quale la Cina “non cerca di proteggere alcuna delle parti e decide la sua posizione basandola sui meriti di ogni caso”.
Una lettura che, invece, è apparsa in contrasto coi rilievi di più fonti diplomatiche ONU, secondo cui Pechino blocca ogni condanna del Consiglio di sicurezza (forte del suo potere di veto) contro la Corea del Nord in relazione all’attacco al Sud e all’indomani dell’esplicita ammissione sul possesso di migliaia di centrifughe per il programma di arricchimento dell’uranio, ufficialmente per fini “pacifici”. La proposta cinese del tavolo a Sei, cui partecipano le due Coree, Russia, Cina, USA e Giappone, ha registrato oggi le prime bocciature ufficiali.
Per cominciare, l’inviato nipponico per le questioni nucleari del Nord, Akitaka Saiki, l’ha definita “poco opportuna” nell’incontro di Pechino con la controparte Wu Dawei, in base all’attuale fase. Poche ore dopo, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, e il ministro degli Esteri di Seul, Kim Sung-hwan, hanno concordato in Kazakhstan, a margine del vertice OSCE, che “il Nord deve di mostrare responsabilità e reale impegno per la denuclearizzazione”. Nel giorno della fine dei quattro giorni di manovre USA-Corea del Sud nel mar Giallo, Won Sei-hoon, direttore del National Intelligence Service (Nis, i servizi segreti di Seul), oltre a lanciare l’allarme su nuovi attacchi, ha detto in un’audizione parlamentare che l’azione dell’artiglieria del Nord è da legare “alla successione al vertice” di Pyongyang.
“Dobbiamo essere in grado di replicare colpo su colpo”, ha ammonito il neo ministro della Difesa sudcoreano, Kim Jin-Kwan. A Pechino, intanto, Choe Thae-bok, uno degli assistenti più stretti del ‘caro leader’ Kim Jong-il, ha avuto i primi colloqui con i funzionari di vertice cinese: Choe è in visita su invito di Wu Bangguo, presidente del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo.

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