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Coronavirus: a Milano poca voglia di shopping in centro e mercati

Piazza Duomo a Milano KEYSTONE/EPA/ANDREA FASANI sda-ats

(Keystone-ATS) I milanesi sono tornati a passeggiare in centro, nella principale via dello shopping in corso Vittorio Emanuele e in piazza Duomo, nel primo sabato di riapertura della maggior parte dei negozi.

Ma la ressa e la voglia di shopping non è quella di un normale sabato pre Covid. Nel corso che costeggia il Duomo, sono ancora poche le persone a piedi, ancora meno quelle che entrano nei negozi, secondo i commercianti.

“Abbiamo qualche appuntamento su prenotazione per venire in negozio nel pomeriggio – ha spiegato la responsabile di un negozio di abbigliamento – Sicuramente oggi ci sono più persone a passeggio rispetto alla settimana, ma poche entrano a comprare”.

Secondo la commessa di un grande negozio di cosmetici, “non è un sabato normale di maggio, in giro c’è almeno il 50/60% in meno della gente. Di più rispetto alla settimana, ma non come un sabato pre Covid”. Le uniche piccole code al momento si formano fuori dai negozi delle catene di fast fashion. “Siamo aperti da più di un’ora e abbiamo contato 90 ingressi, in un sabato normale saremmo stati almeno a quota 400 – ha detto un commesso di un noto marchio di abbigliamento sportivo – Nei week-end prima del Covid, entravano 6 mila persone”.

La Galleria, il salotto di Milano, è orfana dei turisti stranieri e alcuni caffè e ristoranti storici hanno ancora la serranda abbassata. Non va meglio nei mercati comunali. A quello storico del sabato di viale Papiniano, a due passi dai Navigli, alle 10.30 del mattino si cammina facilmente mentre prima “per andare da un banco all’altro, ci si metteva mezz’ora – ha spiegato un ambulante – Io sono qua da 52 anni e spero nella ripresa, ma vedo che la gente non ha soldi”.

Oggi hanno debuttato al mercato anche le bancarelle non alimentari, di abbigliamento e accessori. “La gente ancora non viene – ha osservato un altro ambulante – perché secondo me ha paura e poi non spende, perché molti hanno perso il lavoro”.

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