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Coronavirus: albergatori romandi chiedono sostegno pubblico

Camere d'albergo sempre più disertate (immagine simbolica). KEYSTONE/CYRIL ZINGARO sda-ats

(Keystone-ATS) L’Associazione romanda degli albergatori (ARH), sezione dell’organizzazione nazionale HotellerieSuisse, per prima chiede ufficialmente il sostegno di Confederazione e Cantoni per far fronte all'”urgenza economica” del settore in seguito alla pandemia da coronavirus.

L'”estrema gravità” della situazione attuale si trasformerà in “catastrofe” per il ramo se gli effetti economici della malattia Covid-19 dovessero perdurare, hanno indicato i responsabili di ARH in una conferenza stampa odierna, stando a un comunicato diramato simultaneamente.

L’Associazione non ha fornito dati precisi, ma ordini di grandezza. In pochi giorni i tassi di occupazione degli hotel sono crollati dal 60, 70, 80 percento al 5, 15 o 30 percento. Hanno subito un crollo anche le prenotazioni, soprattutto nell’ambito del turismo d’affari, dove il calo sarebbe situato tra il 60 e l’80%.

Le camere vuote evidentemente si traducono in un fatturato in netta diminuzione, che non sarà mai più recuperato, a fronte di spese fisse – che l’ARH quantifica nel 60-70% delle uscite – non riducibili. “Licenziamenti saranno purtroppo inevitabili e dei fallimenti altamente probabili”, deplora l’associazione nella nota.

Per mitigare gli effetti della crisi, l’ARH si rivolge a Confederazione e Cantoni e chiede provvedimenti di tre tipi. Per conservare il personale, e poter quindi rilanciare l’attività una volta passata la burrasca del coronavirus, gli albergatori romandi chiedono prima di tutto di facilitare la procedura per il lavoro ridotto. L’associazione riconosce che le decisioni prese finora dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) in questo ambito vanno nella giusta direzione. Per gli albergatori vi è però almeno una lacuna: il diritto alla riduzione dell’orario di lavoro va esteso agli indipendenti e ai lavoratori con contratto di durata determinata.

La seconda priorità è assicurare la liquidità per evitare fallimenti. Dato che le entrate sono destinate a prosciugarsi, per l’ARH è indispensabile ridurre gli oneri finanziari a corto termine tramite rinvio degli obblighi fiscali o alleggerimenti di imposte, tasse e fatture varie.

In terzo luogo è necessario che gli enti pubblici riconoscano, accanto all’urgenza sanitaria, un'”urgenza economica”. È capitale che servizi chiave come quelli di collocamento o le casse cantonali di assicurazione contro la disoccupazione siano rafforzate per far fronte alla domanda.

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