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Coronavirus: curva potrebbe rallentare se tutti seguono regole

Daniel Koch, capo della divisione Malattia trasmissibili dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), alla conferenza stampa a Berna KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Il numero di casi di coronavirus continua ad aumentare notevolmente in Svizzera: i casi positivi sono 6100, i morti 56. Malgrado ciò non tutti si attengono alle raccomandazioni delle autorità.

Gli esperti della Confederazione sperano tuttavia in un miglioramento: se tutti seguiranno le disposizioni la curva epidemica potrebbe presto rallentare. Lo ha dichiarato oggi Daniel Koch, capo della divisione Malattia trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in una conferenza stampa a Berna.

“Mi aspetto che tra circa una settimana l’incremento non sarà più così forte”, ha detto Daniel Koch capo della divisione Malattia trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in una conferenza stampa a Berna. Affinché ciò avvenga – ha detti – l’intera popolazione deve dar prova di responsabilità.

Koch ha poi rinnovato il suo appello agli anziani: ha dichiarato di non aver nulla contro persone che passeggiano con un deambulatore in una giornata di sole, il problema è quando queste stesse persone vanno nei centro commerciali a fare la spesa.

Tutti devono cercare di non contagiare nessuno e di non essere contagiati”. Ciò vale in particolare per le persone a rischio che devono essere aiutate in modo che non si mettano in pericolo, ha detto Koch.

Ancora abbastanza letti in Ticino

Secondo le informazioni fornite da Koch, attualmente in Svizzera ci sono oltre 6100 casi positivi e 56 morti. Le cifre sono destinate ad aumentare nei prossimi giorni, e solo successivamente potrebbero appiattirsi, ma a condizione che la popolazione si attenga alle regole.

La situazione in Ticino è tesa e il resto del paese deve essere solidale con il cantone italofono. In Italia la situazione è drammatica. Nella Penisola ci sono già oltre 4000 morti, sono moltissimi, anche in relazione al numero di malati, ha detto Koch. “Faremo tutto il possibile per evitare in Svizzera un tasso di mortalità così elevato”.

Al momento in Ticino non sono stati rifiutati pazienti negli ospedali, ha detto Koch. “Attualmente ci sono sufficienti letti”, glielo ha assicurato oggi a mezzogiorno il medico cantonale Giorgio Merlani.

Koch contesta le critiche

In tutta la Svizzera – ha precisato Koch – ci sono circa 800 posti di terapia intensiva. Al momento, tutti gli ospedali e tutti i Cantoni stanno cercando di creare ulteriori posti di terapia intensiva. Quindi è molto difficile fornire ora un numero fisso.

La Confederazione, come i Cantoni, si oppongono alle critiche secondo cui le autorità si sono preparate male a una pandemia. “La Svizzera si è preparata bene”. Nessuno avrebbe potuto prevedere od organizzarsi di fronte alla situazione attuale. Non sorprende quindi che alcune cose non abbiano funzionato subito.

Situazione alle frontiere

L’Amministrazione federale delle dogane (AFD) da parte sua trae un bilancio provvisorio positivo dal nuovo regime adottato ai confini per contrastare il coronavirus. Ciononostante, i controlli verranno intensificati tra l’altro con elicotteri supplementari, ha detto il direttore dell’AFD Christian Bock durante la conferenza stampa.

La situazione alle frontiere si è distesa dall’entrata in vigore delle nuove restrizioni: il traffico privato è in calo del 77%. Le persone danno prova di una grande comprensione di fronte al rafforzamento dei controlli, in particolare i frontalieri, ha detto Bock. Il traffico delle merci funziona normalmente, ma – ha aggiunto – ci sono sempre più autisti di camion che si rifiutano di effettuare trasporti in quanto temono di essere posti in quarantena da qualche parte.

Le persone utilizzano ampiamente i punti di passaggio prioritari aperti. Stamane il numero di persone a cui le guardie di frontiera hanno rifiutato l’entrata ha raggiunto quota 16’000 persone, 5000 in più rispetto a due giorni fa.

Vi sono persone che continuano a tentare di entrare in Svizzera attraverso la cosiddetta frontiera verde e i valichi non aperti. Da lunedì la Confederazione aumenterà i controlli in particolare con l’impiego di elicotteri e videocamere. I trasgressori saranno sanzionati, ha detto Bock.

Personale dell’esercito richiesto

Il personale dell’esercito che è ora in servizio deve prepararsi a restarvi più a lungo, ha annunciato il brigadiere Raynald Droz. “Abbiamo bisogno di loro in questa crisi”. Un’estensione del servizio è inevitabile, ha detto.

Nei ranghi dell’esercito ci sono attualmente 45 casi confermati, ha detto il brigadiere. I casi sospetti sono 424 e 651 membri dell’esercito sono in quarantena. Finora, circa 3’000 membri dell’esercito sono stati chiamati per il servizio di assistenza, e circa 12’000 sono già attivi.

Anche il personale sanitario lavora a pieno ritmo. Secondo Boris Zürcher della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) , il regolamento sul riposo e l’orario di lavoro del personale ospedaliero è stato sospeso. Questa è stata un’esigenza dei Cantoni.

Aumento impieghi servizio civile

Negli ospedali, ospizi e case di cura sono impiegate anche 4’112 persone che prestano servizio civile. Stando a Christoph Hartmann, direttore dell’Ufficio federale del servizio civile (CIVI), da lunedì gli effettivi saranno accresciuti.

La priorità è quella di garantire gli impieghi attuali, ma alcuni devono essere interrotti a causa delle diverse misure di protezione in vigore. Le persone interessate verranno ora ricollocate nel settore sanitario e sociale. Tutti gli impieghi sono coordinati con la protezione della popolazione.

Anche il Dipartimento federale degli esteri (DFAE) lavora in modalità di crisi. Attualmente sta organizzando le partenze di migliaia di turisti svizzeri che sono bloccati da qualche parte nel mondo. Il responsabile della crisi del DFAE Hans-Peter Lenz ha fatto appello alle persone colpite affinché si registrino online.

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