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Coronavirus, Oms prevede in Africa milioni di casi, ma meno gravi

Non sarà comunque una passeggiata. KEYSTONE/AP/Brian Inganga sda-ats

(Keystone-ATS) Ci potranno essere fino a 2,5 milioni di casi di coronavirus in Africa il prossimo anno, ma la loro gravità sarà inferiore rispetto a quella che si è registrata in Europa o negli Stati Uniti.

Questa la previsione dell’ufficio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’Africa, secondo lo studio pubblicato sul ‘BMJ Global Health’.

La stima è quella di un tasso di trasmissione più basso e di una carica virale più contenuta nel continente africano rispetto ad altri. Anche rispetto al numero di vittime, la previsione parla di 190mila decessi. Ci sarà comunque un ”grande impatto” sul sistema sanitario, gli ospedali e i reparti maternità, già in forte sofferenza.

Nel primo anno della pandemia, si legge nello studio, circa un cittadino africano su quattro, pari al 22 per cento, verrà contagiato dal coronavirus. Ed è probabile che la malattia resista per molto tempo, anche diversi anni. Secondo gli autori, tra le motivazioni responsabili del basso tasso di trasmissione del coronavirus vi è il fatto che il continente abbia una popolazione molto giovane se paragonata a quella di altri. Inoltre anche il basso tasso di obesità nei Paesi africani, paragonato a quello negli Stati Uniti o altrove, è un elemento che rallenta la trasmissione del Covid-19.

”Il fattore più significativo riguarda l’età. Ci sono anche poche persone che sono obese, sebbene il numero stia aumentano. Ma non siamo ai livelli degli Stati Uniti”, ha scritto l’analista Humphrey Karamagi. ”Stiamo monitorando i fattori sul campo. E stiamo notando tassi di contagio più bassi nei Paesi africani rispetto all’Europa e agli Stati Uniti”, ha aggiunto Karamagi. Un rapporto della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa aveva previsto, a metà aprile, un numero di contagi e di vittime più alto nel continente, 1,2 miliardi di casi e 3,3 milioni di morti.

A chi contesta ai Paesi africani di avere un numero basso di contagi perché non esegue i test, Karamagi cita il caso del Sudafrica che ha “buone capacità di rilevamento, ma numeri bassi” il termine di contagi. Aggiungendo che ”c’è qualcosa nella struttura socio-culturale o di sviluppo o ambientale che sta rallentando le velocità di trasmissione” in Africa.

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