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Coronavirus: possibili focolai anche in Svizzera, Stefan Kuster

Stefan Kuster, capo della divisione Malattie trasmissibili dell'UFSP KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) I focolai di Covid-19, come quello sviluppatosi nel mattatoio del gigante della carne Tönnies in Germania, non possono essere esclusi in Svizzera.

È quanto afferma Stefan Kuster, nuovo capo della divisione Malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in un’intervista pubblicata stamane da diverse testate del gruppo Tamedia.

“Sarebbe un’illusione credere di poter prevenire i focolai”, afferma Kuster, secondo il quale si verificheranno anche in Svizzera. È come se scoppiassero continui incendi che devono essere spenti, aggiunge. Forse una protezione potrebbe venire dalla buona situazione economica della Svizzera, rileva, sottolineando il fatto che le condizioni di lavoro e di vita sono meno precarie che in altri paesi.

Non si può comunque escludere un nuovo aumento dei casi. Sappiamo ancora troppo poco del virus, e dobbiamo prepararci a tutti gli scenari. Il fattore R0 (ossia il numero medio di nuove infezioni originate da un singolo individuo nel suo periodo di infettività) si aggira da tempo attorno a 1 in Svizzera. Attualmente ci sono circa 200 persone infette in isolamento e 640 in quarantena per aver avuto contatti con malati. Dopo l’allentamento delle misure sanitarie, non si è registrato un forte aumento del numero di casi.

Secondo Kuster, rendere obbligatorie le mascherine nei trasporti pubblici è “sicuramente un’opzione”, se la popolazione non dovesse seguire le raccomandazioni. I Cantoni hanno la possibilità di prescrivere il loro impiego nei mezzi pubblici se la situazione epidemiologica nella loro regione lo giustificasse. L’attuale quadro giuridico lo consente.

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