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Coronavirus: valichi, forte calo transiti, 2 mila persone fermate

Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane. KEYSTONE/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) A causa dei controlli reintrodotti ai valichi con i Paesi confinanti allo scopo di arginare l’epidemia di coronavirus, il flusso transfrontaliero di persone è diminuito notevolmente.

Dal 17 febbraio al 17 marzo, in Ticino è stata registrata una flessione del 73% e del 37% a livello svizzero, ha affermato oggi davanti ai media il capo dell’Amministrazione federale delle dogane, Christian Bock.

Sempre secondo Bock, a circa 2300 mila persone è stata rifiutata l’entrata in Svizzera. Il Consiglio federale prevede eccezioni unicamente per cittadini svizzeri, domiciliati, lavoratori stranieri (frontalieri, per esempio) e persone che possono far valere motivi gravi. Le persone col partner dall’altra parte delle frontiera – di nazionalità diversa – non viene concessa l’entrata, ha indicato Bock rispondendo a una domanda specifica.

Bock ha anche precisato che il traffico merci e di transito prosegue normalmente. Le dichiarazioni doganali sono diminuite, ma al momento la situazione non è preoccupante.

Le autorità faranno anche in modo di ridurre i problemi ai valichi – molti dei quali chiusi, specie quelli minori – per evitare il formarsi di colonne. Ad ogni modo, ha aggiunto Bock, consigliamo alle persone di non mettersi in viaggio o di adeguarsi alla situazione.

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