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Credit Suisse: perdita netta di 2,9 miliardi di franchi nel 2015

(Keystone-ATS) Risultati in netto calo per Credit Suisse: il numero due bancario elvetico ha registrato lo scorso anno una perdita netta di 2,94 miliardi di franchi, contro un utile di 1,87 miliardi nel 2014. Nel solo quarto trimestre la perdita netta è di 5,8 miliardi.

La causa principale di questa flessione è legata ad una svalutazione di 3,8 miliardi di franchi, informa CS in un comunicato odierno. A pesare sul risultato vi sono però stati anche costi di ristrutturazione e interventi per regolare contenziosi.

Gran parte della svalutazione è legata all’acquisizione dell’americana Donaldson, Lufkin&Jenrett (DLJ) nel 2000, viene precisato nella nota. I costi di ristrutturazione ammontano a 355 milioni di franchi e l’importo per i contenziosi a 821 milioni di franchi.

Senza tali effetti straordinari Credit Suisse ha registrato per l’esercizio 2015 un utile ante imposte di 4,2 miliardi di franchi. L’anno precedente questo valore si attestava ancora a 6,3 miliardi di franchi. Le divisioni Asia, il Private Banking nell’International Wealth Management (IWM) e il Swiss Universal Bank (SUB) hanno registrato buoni risultati, precisa CS.

All’Assemblea generale del prossimo 29 aprile il Consiglio di amministrazione proporrà agli azionisti un dividendo di 0,70 franchi per azione da riserve da apporti di capitale. A scelta dell’azionista, la distribuzione sarà in contanti oppure, fatte salve eventuali restrizioni legali, in nuove azioni di Credit Suisse. La banca intende interrompere l’offerta dell’alternativa in titoli azionari, raccomandando il passaggio a un dividendo esclusivamente in contanti, non più tardi del 2017.

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