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Credit Suisse rivede al ribasso crescita per il 2016, +1%

(Keystone-ATS) Credit Suisse (CS) rivede al ribasso le previsioni di crescita dell’economia elvetica per il 2016: +1% contro un +1,2% della stima precedente.

Vista la forte immigrazione, l’evoluzione pro capite sarà negativa, affermano gli economisti del numero due bancario svizzero. Anche l’anno prossimo la forza del franco graverà sulle esportazioni e la crescita dell’economia interna continuerà a perdere slancio.

Nell’edizione invernale della pubblicazione Monitor Svizzera, intitolata “Interessi negativi: un anno dopo”, gli esperti di CS sostengono inoltre che l’introduzione degli interessi negativi da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) produce solo parzialmente l’effetto auspicato dall’istituto d’emissione. Fondamentalmente i capitali continuano ad essere investiti in Svizzera e non all’estero.

Previsioni di crescita 2016

Con una previsione dell’1%, nel 2016 la crescita dovrebbe attestarsi “di nuovo sensibilmente al di sotto del potenziale a lungo termine”, mentre per la crescita pro capite il tasso previsto è addirittura negativo, dato l’aumento degli abitanti, scrive CS.

L’immigrazione ancora intensa, il continuo aumento del potere d’acquisto nonché i vantaggiosi interessi creditizi hanno comunque un effetto stabilizzante, il che induce gli autori del Monitor a ritenere molto improbabile il rischio di recessione.

A causa della debole dinamica di crescita, l’economia svizzera resta tuttavia vulnerabile agli shock economici. In particolare, avrebbe difficoltà a sopportare un ulteriore apprezzamento del franco. Pertanto, almeno fino alla fine del 2016 la BNS sarà “costretta a mantenere i tassi d’interesse negativi ed eventualmente a ridurli ulteriormente”.

Le esportazioni, sotto pressione per il franco forte, l’anno prossimo dovrebbero progredire dell’1,5% (contro il 2% della stima precedente). Per il 2016 Credit Suisse prevede un tasso di disoccupazione media del 3,7% (contro il 3,4% del dato mensile più recente). Gli investimenti nella costruzione cresceranno, ma meno di quanto previsto (+0,5% contro un +1%).

Gli esperti hanno mantenuto allo 0,8% la progressione del prodotto interno lordo (pil) per il 2015. Le stime di CS per il 2015 e il 2016 si situano nella parte bassa delle previsioni degli istituti economici, che puntano in media su una progressione della crescita compresa tra 0,6% e 1,1% quest’anno e nella forbice 1,0%-1,7% nel 2016.

L’effetto degli interessi negativi

Gli interessi negativi stanno solo limitatamente riducendo l’afflusso verso quello che il CS chiama “porto sicuro” del franco. Sono soprattutto le banche estere ad aver ridotto le proprie posizioni nella valuta nazionale.

L’effetto sulle casse pensioni invece non corrisponde alle attese: esse hanno effettivamente reagito con una riduzione della loro quota di liquidità, ma finora tendono a riposizionare i propri portafogli soprattutto su investimenti immobiliari svizzeri anziché su investimenti in valuta estera.

Il rischio più evidente degli interessi negativi è tuttavia che gli investitori trasformino i propri depositi bancari in denaro fisico, sostiene il CS. In base ai dati della BNS, la domanda di banconote è effettivamente aumentata, ma questa per ora rimane inferiore a un livello che comprometterebbe l’efficacia degli interessi negativi o minaccerebbe la stabilità finanziaria, scrivono gli esperti di Credit Suisse.

Solo poco meno di un terzo delle PMI contattate in occasione di un sondaggio ha dichiarato che il livello basso dei tassi ha avuto un effetto positivo sul loro volume di investimenti, soprattutto quelli immobiliari. L’effetto degli interessi negativi sugli investimenti fissi delle PMI attraverso il canale del credito “è evidentemente piuttosto contenuto”, evidenziano gli autori del Monitor.

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