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Crisi: a vigilia vertice UE Irlanda annuncia referendum

(Keystone-ATS) Le misure varate finora per stabilizzare la zona euro, secondo i leader europei, cominciano a dare i loro frutti. Ma alla vigilia del vertice Ue chiamato a rilanciare la crescita e sancire la nascita del Patto di bilancio l’Irlanda annuncia a sorpresa che sottoporrà a referendum la sua ratifica. E la strada per uscire dal tunnel della crisi appare ancora lunga.

La Germania mantiene le sue riserve sul rafforzamento del fondo salva-Stati e fa saltare un eurosummit che doveva essere dedicato a questo argomento, la situazione della Grecia continua a essere sotto i riflettori dei mercati, l’Europa sta entrando in una recessione ‘morbida’ e la Spagna deve fare i conti con un deficit 2011 ben superiore alle previsioni.

La mossa annunciata in Parlamento dal premier irlandese Enda Kenny, a differenza di quanto accaduto per i Trattati di Nizza e Lisbona, in caso di vittoria del no non avrà l’effetto di bloccare l’entrata in vigore del Patto – proprio per evitare questo l’accordo prevede che siano sufficienti 12 ratifiche affinché diventi operativo al più tardi dal primo gennaio prossimo – ma è bastata per rispolverare il ricordo dell’incubo in cui l’Ue ha vissuto per anni proprio a causa delle bocciature referendarie.

Anche se non dovesse aderire al nuovo Patto, l’Irlanda potrà continuare a beneficiare del piano di aiuti Ue-Fmi varato a suo tempo e gestito attraverso il fondo salva-Stati Efsf. Semmai dovesse avere ancora bisogno del sostegno dell’Unione, non potrà però usufruire dell’intervento dell’Esm, il fondo salva-Stati che dal prossimo luglio subentrerà all’Efsf. Un elemento di possibile incertezza che non contribuisce certo a rasserenare il clima generale.

Un clima su cui pesa anche l’ostinazione tedesca nel frenare sul potenziamento del fondo salva-Stati e il rafforzamento delle barriere anti-contagio, il cosiddetto fire-wall. Un atteggiamento che ha fatto saltare l’ipotesi di un eurosummit dedicato a questi temi da tenersi dopo il vertice. Rilanciando però la possibilità, avvalorata pure dalle notizie provenienti da Berlino, che l’appuntamento possa essere riprogrammato entro la fine di marzo al fine di uscire da uno stallo che sta bloccando anche le iniziative che dovrebbero essere prese a livello di G20.

Intanto la Bce, dopo che S&P ha abbassato ulteriormente il rating della Grecia portandolo a ‘parziale defoult’, ha sospeso temporaneamente l’accettazione dei titoli greci a garanzia dei prestiti non esigibili. E il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, ha rivolto un appello-monito ai leader europei: il momento della verità è arrivato per dimostrare la loro capacità di passare dalle parole ai fatti, traducendo in azioni concrete le tante buone intenzioni finora espresse sul fronte del rilancio della crescita e della lotta alla disoccupazione.

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