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Croazia: impasse per governo

(Keystone-ATS) Il centrodestra all’opposizione ha ottenuto un minimo vantaggio alle elezioni politiche in Croazia, ma non tale da poter formare da solo il futuro governo.

Quest’ultimo dipenderà dai negoziati post-elettorali e dalla scelta su chi appoggiare di una nuova formazione centrista che ieri è diventata la terza forza politica del Paese.

La coalizione guidata dall’Unione democratica croata (Hdz, conservatori) e Tomislav Karamarko ha ottenuto 59 deputati, su un totale di 151 che compongono il parlamento di Zagabria.

I socialdemocratici del premier uscente, Zoran Milanovic, sono fermi a 56 mandati, ai quali però vanno sommati altri tre della Dieta democratica istriana (Ids, regionalisti) che tradizionalmente appoggiano il centrosinistra e che negli ultimi quattro anni hanno fatto parte del governo. In questo modo si arriva a una totale parità tra le due principali coalizioni che già ieri hanno fatto aperture al partito Most (Il Ponte) che con 19 deputati, a sorpresa, diviene l’ago della bilancia.

Il Ponte, formato alcuni mesi fa da sindaci e intellettuali di vari profili ideologici che chiedono riforme in tutti i settori della società, in particolare nell’economia, è una incognita per gli analisti. Il loro leader, Bozo Petrov, 37enne sindaco di una cittadina in Dalmazia, è considerato un conservatore, più vicino alla destra, ma altre personalità forti elette ieri potrebbero preferire una coalizione con Milanovic.

L’incertezza si protrarrà dunque anche nei prossimi giorni nei quali entrambi i principali leader tenteranno di formare una maggioranza capace di governare. Ma la stampa di Zagabria non esclude neanche un governo di minoranza oppure nuove elezioni anticipate già a gennaio.

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