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Crollo viaggiatori per Jungfraubahn, situazione difficile

Non c'è ressa in cima allo Jungfraujoch. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Si presenta assai difficile la situazione per Jungfraubahn, la società bernese che gestisce la ferrovia della Jungfrau e diversi impianti di risalita nella regione.

Nei primi sei mesi l’impresa ha trasportato sullo Jungfraujoch 100’600 persone e si è vista confrontata con il periodo di inattività più lungo dalla Prima Guerra mondiale.

Il crollo dell’affluenza sul luogo faro delle Alpi bernesi è stato del 79% su base annua, emerge dalle informazioni pubblicate oggi dall’impresa, che è quotata in borsa. In luglio e agosto gli arrivi sono stati 153’000: un numero che va peraltro messo in relazione con il più di un milione di turisti – per il 70% asiatici – accolti nel 2019 nell’area pubblicizzata come “Top of Europe”. La clientela svizzera e dei paesi vicini non riesce insomma a compensare l’assenza di cinesi, indiani, coreani e giapponesi.

Il primo semestre si è chiuso con una perdita – la prima nella storia dell’azienda – che sfiora i 12 milioni di franchi, a fronte di un utile di 24 milioni della prima parte del 2019. Nel frattempo l’impresa ha potenziato gli impianti (progetto V-Bahn). Ma in tempi di coronarvirus anche la stagione sciistica si annuncia ben diversa dal solito.

Alla testa del consiglio di amministrazione (Cda) viene ora chiamato un uomo con esperienza: Heinz Karrer, già Ceo di Axpo e presidente del Cda di Kuoni. Attualmente è presidente di Economiesuisse, la federazione delle imprese elvetiche: lascerà l’incarico a fine settembre, vale a dire dopo il voto sull’iniziativa dell’UDC per porre un freno all’immigrazione, che ha impegnato molto l’organizzazione.

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