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CSt: approvvigionamento in caso di crisi, respinte eccezioni

(Keystone-ATS) Le eccezioni introdotte ieri dal Nazionale nella revisione totale della Legge sull’approvvigionamento del Paese (LAP) in caso di crisi non piacciono al Consiglio degli Stati.

I “senatori” hanno infatti tacitamente respinto le misure a favore di agricoltura e selvicoltura. Il dossier torna dunque alla Camera del popolo.

Ieri il Nazionale ha chiesto di non prelevare contributi per alimentare il fondo di garanzia su derrate alimentari e foraggi indigeni, nonché su sementi e piante. La Camera del popolo ha anche respinto l’idea di introdurre un fondo di compensazione alimentato dalle aziende forestali per coprire le spese derivanti da un eventuale maggior sfruttamento dei boschi.

Per gli Stati, tuttavia, tutti i settori economici devono dare il loro contributo in caso di crisi. Non è quindi giusto riservare un trattamento speciale ad agricoltura e selvicoltura.

Lo scopo nella riforma legislativa è modernizzare la legge attuale risalente al 1982. Da allora, infatti, le relazioni economiche e i mezzi di comunicazione sono notevolmente cambiati.

L’impalcatura della nuova normativa rimane pressoché uguale: vengono tuttavia snellite le procedure affinché la Confederazione possa intervenire con tempestività prima che si verifichino danni gravi all’economia. Il settore dei beni essenziali (alimenti, farmaci, petrolio) subirà solo piccoli cambiamenti. Misure come lo stoccaggio obbligatorio rimangono. Come oggi, la Confederazione continuerà ad assumere un ruolo sussidiario all’economia privata, ma potrà partecipare ai costi per il deposito delle scorte obbligatorie.

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