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CSt: assegni figli, no esenzione fiscale, bocciata iniziativa PPD

(Keystone-ATS) Nulla da fare per l’iniziativa popolare del PPD volta ad esentare fiscalmente gli assegni per i figli e quelli di formazione. Dopo il Consiglio nazionale in giugno, oggi anche gli Stati hanno raccomandato a popolo e cantoni (27 voti a 14) di bocciare questa modifica costituzionale. Sul testo, ormai pronto per le votazioni finali, si esprimerà quindi l’elettorato.

Gli argomenti sciorinati oggi dagli avversari dell’iniziativa hanno ricalcato in buona parte le riflessioni presentate alla Camera del popolo, ossia: la proposta non porterebbe alcun vantaggio alle famiglie a basso reddito e provocherebbe una diminuzione di circa 200 milioni di franchi all’anno degli introiti dell’imposta federale diretta e una perdita di circa 800 milioni di franchi per cantoni e comuni.

“Come compensare tali ammanchi, in vista anche della Riforma III delle imprese che potrebbe costare fino a un miliardo?”, si sono chiesti diversi oratori, non da ultimo la ministra delle finanze Eveline Widmer Schlumpf, seppur precisando di non avercela con le famiglie, ma col sistema propugnato dall’iniziativa, poco assennato.

Per diversi “senatori” PS e PLR, l’iniziativa del PPD ha un difetto di fondo giacché avvantaggia le famiglie con reddito più elevato a causa della progressività delle imposte. Minimi, se non nulli invece, i benefici per i nuclei famigliari che non pagano l’imposta federale diretta. Poiché non raggiungono il reddito minimo non godrebbero di alcuna agevolazione.

Un’affermazione contestata da diversi esponenti popolari-democratici. Per Pirmin Bischof (SO/PPD), se è vero che l’effetto sui bassi redditi è minimo, una defiscalizzazione degli assegni per figli faciliterebbe l’accesso di queste famiglie a prestazioni supplementari, come i sussidi malattia. A suo parere, il fatto che lo Stato si riprenda con la mano sinistra ciò che ha versato con la destra non corrisponde a una politica famigliare equa.

Per gli avversari dell’iniziativa, negli ultimi anni si è già fatto molto per le famiglie: da un’armonizzazione degli assegni per i figli con la fissazione di importi minimi alle maggiori deduzioni per ogni figlio a carico. Un ulteriore intervento in questo settore non farebbe che incoraggiare l’appetito per nuove esenzioni, privando l’erario statale di ulteriori risorse.

Nel suo intervento, la consigliera federale grigionese ha rammentato, tra l’altro, che ben il 36% delle economie domestiche in Svizzera è composto di persone sole che pagano anche per servizi a favore delle famiglie – scuole, asili, ecc. – di cui non usufruiscono.

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