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CSt: case secondarie, previste varie eccezioni alla lex Weber

(Keystone-ATS) Il Consiglio degli Stati, quale prima Camera, sta discutendo la legge sulle residenze secondarie in applicazione dell’iniziativa Weber che pone un limite alle abitazioni di vacanza. Sebbene l’entrata nel merito non fosse contestata, la discussione in aula ha mostrato le divisioni che sussistono tra la maggioranza borghese, che preconizza una lista generosa di eccezioni, e la sinistra, che insiste sul rispetto della volontà popolare.

In commissione, i “senatori” avevano smussato alcune asperità contenute nel progetto governativo, che già prevede deroghe al limite del 20% di case di vacanza per comune. Le residenze secondarie costruite prima dell’11 marzo 2012 – data di approvazione dell’iniziativa – dovrebbero poter venir ampliate fino a un massimo di 30 m2, e non solo ristrutturate, ricostruite o trasformate.

La maggioranza borghese vorrebbe inoltre concedere ai cantoni maggior spazio di manovra affinché possano essere ristrutturati, per trasformarli in abitazioni secondarie, non solo monumenti protetti, ma anche edifici semplicemente degni di essere preservati (leggi: rustici).

“Si tratta della legge delle eccezioni”, ha dichiarato Robert Cramer (Verdi/GE). A suo avviso, non c’è un vuoto giuridico visto che il Tribunale federale ha già considerato che le disposizioni costituzionali sono sufficientemente precise per essere direttamente applicate.

Non occorre sottostimare il rischio di un referendum, ha rilevato dal canto suo Bernard Lüginbühl (PBD/BE). Secondo l’esponente del Partito borghese democratico, è tentante aiutare i comuni turistici che hanno problemi, ma occorre mostrare alla popolazione che la sua volontà è rispettata. Per questo, la commissione ha posto il veto alla ristrutturazione di vecchi alberghi in residenze secondarie.

La legge d’applicazione dell’iniziativa popolare riveste un’importanza particolare per i cantoni a vocazione turistica come Ticino, Grigioni e Vallese. Gli esponenti di questi ultimi hanno per esempio difeso una maggiore flessibilità per aiutare le regioni di montagna. Secondo Jean-René Fournier (PPD/VS), taluni articoli sono troppo rigidi, contraddittori e persino inapplicabili. Per il suo collega grigionese Martin Schmid (PLR), l’applicazione della legge è urgente per mettere un termine alla moratoria sulle costruzioni che interessa pure le residenze principali.

Di tutt’altro parere Verena Diener (PVL/ZH), per la quale le proposte del Consiglio federale sono già molto favorevoli ai bisogni delle regioni turistiche. Non vanno quindi accettate altre deroghe, come proposto dalla commissione. Dal canto suo, Didier Berberat (PS/NE) si è detto sorpreso per l’interpretazione a geometria variabile della volontà popolare.

“La popolazione accetta decisioni ragionevoli”, ha sottolineato Doris Leuthard. A suo avviso, il Consiglio federale propone un’applicazione pragmatica dell’iniziativa. Se le città e gli agglomerati hanno fatto pendere la bilancia a favore del testo, le regioni turistiche e di montagna l’hanno respinto, ha ricordato la ministra.

Dopo essere entrati tacitamente in materia, i “senatori” stanno ora affrontando la discussione nel dettaglio.

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