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CSt: giudici stranieri, no all’iniziativa e nessun controprogetto

Per il Consiglio degli Stati l'iniziativa dell'UDC "Contro i giudici stranieri" mette in pericolo la stabilità della Svizzera (foto d'archivio) KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) L’iniziativa dell’UDC “Per l’autodeterminazione” (detta anche “Contro i giudici stranieri”) mette in pericolo la stabilità della Svizzera.

È l’opinione del Consiglio degli Stati, che dopo un dibatto durato quasi quattro ore ha deciso oggi di raccomandarne la bocciatura (36 voti a 6) e di non opporle un controprogetto.

Depositata il 12 agosto 2016, la proposta democentrista vuole sancire il primato del diritto costituzionale su quello internazionale e obbligare le autorità ad adeguare i trattati internazionali che contraddicono la Costituzione e a denunciarli, se necessario.

Approvando il testo lanceremmo un segnale che mette in pericolo la reputazione di Berna quale partner affidabile nelle relazioni giuridiche fra Stati, ha affermato in entrata Robert Cramer (Verdi/GE) a nome della commissione degli affari giuridici.

Per Fabio Abate (PLR/TI), l’iniziativa avrebbe inoltre conseguenze negative sia per la politica estera elvetica che per la piazza economica e la sua rete di relazioni in ogni parte del mondo.

Thomas Minder (indipendenti/SH) ha difeso il testo portando una serie di esempi in cui la Svizzera è a suo dire sottoposta al “diktat di giudici stranieri”. L’accordo sulla libera circolazione, che risulta essere prioritario su quello costituzionale sull’immigrazione approvato dal popolo nel 2014, oppure l’accordo istituzionale in corso di negoziazione con l’Ue mostrano, secondo Minder, che Berna non ha voce in capitolo.

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