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CSt: governo può rinunciare a consultazione solo in pochi casi

(Keystone-ATS) Malgrado l’opposizione del Nazionale, il Consiglio degli Stati vuole lasciare facoltà al governo di rinunciare, a determinate condizioni (dettagliatamente elencate), allo svolgimento di una procedura di consultazione. I “senatori” hanno però fatto un passo verso la Camera del popolo, riducendo il numero delle eccezioni.

Dando seguito a una proposta di Raphaël Comte (PLR/NE), gli Stati hanno deciso che il Consiglio federale potrà rinunciare alla procedura di consultazione solo quando il progetto concerne l’organizzazione o le procedure di autorità federali, oppure quando non v’è da attendersi nessuna nuova informazione poiché le posizioni degli ambienti interessati sono note.

I “senatori” hanno negato all’esecutivo la possibilità di rinunciare alla consultazione quando ciò è necessario per velocizzare l’entrata in vigore di un atto normativo o di accordo internazionale, oppure quando un trattato internazionale non presenta nuovi elementi essenziali.

Nelle sedute precedenti, le due Camere avevano già trovato un accordo in merito agli altri punti della revisione della Legge federale sulla consultazione. In futuro, il governo dovrà essere chiamato a giustificare per iscritto l’urgenza qualora decida di accorciare il termine di consultazione. Il periodo per svolgere tale operazione dovrà essere di almeno tre mesi; il termine di scadenza dovrà essere allungato per compensare eventuali giorni festivi o feriali.

La revisione elimina la procedura in forma di conferenza; tuttavia, il classico iter di consultazione potrà essere completato con una procedura verbale. In quest’ultimo caso, il risultato dovrà essere disponibile sotto forma di rapporto. Per evitare confusione, cadrà inoltre la distinzione tra “procedura di consultazione” e “indagine conoscitiva”.

Le procedure di consultazione potranno essere aperte solo dal Consiglio federale o da un dipartimento, in genere per dossier di portata limitata. In quest’ultimo caso saranno coinvolti solo gli ambienti direttamente interessati.

Il dossier torna al Consiglio nazionale.

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