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CSt: importazione derrate alimentari europee va facilitata

(Keystone-ATS) I prodotti alimentari in vendita nello spazio europeo devono poter essere importati facilmente anche in Svizzera.

Ne è convinto il Consiglio degli Stati che per 28 voti a 16 non è entrato in materia su un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Jacques Bourgeois (PLR/FR) – approvata invece dalla Camera del popolo – che propone di escludere gli alimenti dal campo di applicazione del “Cassis de Dijon”. Il dossier ritorna al Nazionale.

Il principio del “Cassis de Dijon” prevede che ogni prodotto autorizzato in uno Stato membro dell’Ue possa essere venduto liberamente in tutti gli altri. L’introduzione di tale assioma in Svizzera è stata approvata a metà giugno del 2009 dalle Camere federali. La relativa normativa è entrata in vigore il primo luglio 2010

Secondo Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini, il principio del “Cassis de Dijon” nuoce alla strategia di qualità dei settori agricolo e alimentare elvetici. Ciò è tanto più grave se si pensa che la Svizzera applica unilateralmente questo principio agli alimenti. Inoltre, i tanto attesi risparmi sui prezzi – stimati in 2 miliardi di franchi – si sono verificati solo in minima parte.

Alcuni “senatori” (un’alleanza trasversale di esponenti di sinistra e di destra, in particolare vicini all’agricoltura) ha sostenuto gli argomenti sviluppati da Bourgeois al Nazionale, aggiungendo che il principio del “Cassis de Dijon” crea costi dovuti ai controlli svolti nei laboratori sproporzionati rispetto ai benefici attesi.

Per una maggioranza, invece, non è vero che la qualità dei prodotti elvetici, e soprattutto la sua agricoltura, subisca un qualsivoglia pregiudizio. Il timore di importare alimenti di bassa qualità è infondato: per poter commercializzare un prodotto estero è necessaria un’autorizzazione da parte dei chimici cantonali.

Diversi “senatori” hanno fatto notare che se il consumatore non potrà più scegliere, andrà all’estero a fare la spesa, come accade già oggi, con conseguenze negative sull’occupazione in Svizzera e sull’ambiente, visto il continuo andirivieni di auto attraverso il confine. Secondo alcuni, inoltre, la semplice esistenza delle importazioni parallele ha avuto un effetto moderatore sui prezzi.

Il Consigliere federale Johann Schneider-Ammann , contrario all’iniziativa parlamentare, ha sostenuto che è ancora troppo presto per sostenere che il “Cassis de Dijon” non abbia avuto effetti positivi. A suo avviso, è importante non isolare il mercato svizzero da quello europeo.

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