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CSt: legge Covid, “senatori” meno generosi del Nazionale

Il Cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr, mentre illustra la posizione del Consiglio federale sulla Legge Covid-19 discussa oggi al Consiglio degli Stati. KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) Ci vorranno ancora diversi passaggi tra le Camere prima che la Legge Covid-19 sia pronta per la votazioni finali e possa entrare in vigore al più presto.

Dopo il Nazionale ieri, il Consiglio degli stati ha approvato per 33 voti a 1 (4 astensioni) il progetto governativo, apportandovi però diversi ritocchi e dimostrandosi, in taluni casi, meno generoso per quanto riguarda il sostegno ai lavoratori in difficoltà a causa del coronavirus.

La legge Covid-19 ha come obiettivo la trasposizione nel diritto ordinario dei provvedimenti adottati dal Consiglio federale durante la pandemia ricorrendo al diritto d’urgenza. Si tratta di un “lavoro” necessario, dal momento che i decreti governativi scadono dopo 6 mesi dalla loro promulgazione.

La legge in questione, che verrà dichiarata urgente, è attaccabile mediante referendum. Essa specifica ciò che il governo ha il diritto di fare per combattere la pandemia. Se una misura non è più necessaria, le disposizioni corrispondenti saranno abrogate. Solo le misure relative all’assicurazione contro la disoccupazione possono essere prorogate oltre il 2021.

Un ritorno alla normalità

L’entrata in materia, diversamente dal Nazionale, non era contestata. Diversi oratori hanno lodato la prontezza del Consiglio federale, specie per quanto attiene agli interventi a favore delle imprese e dei lavoratori, senza i quali la situazione odierna sarebbe ben più grave sotto l’aspetto sociale ed economico.

Tuttavia, diversi “senatori” hanno sottolineato come questa legge rappresenti finalmente un “ritorno alla normalità” dopo la fase più acuta della pandemia. Un ritorno alla normalità significa insomma un ritorno al normale funzionamento delle procedure democratiche, dopo la fase che ha visto l’esecutivo decidere sulla base del diritto d’urgenza.

Un ritorno alla normalità che dovrebbe tranquillizzare quei cittadini e gruppi dettisi preoccupati per la “tenuta” democratica del Paese, ma anche per dire forte e chiaro che la legge in discussione non prevede, come detto da qualcuno, alcun “obbligo di vaccinazione”, ha sostenuto Maya Graf (Verdi/BL).

Popolo si attende risposte

Tale aspetto, le ha fatto eco Marina Carobbio (PS/TI), non è regolato in questa legge, bensì in quella sulle epidemie, norma non oggetto di esame in questo momento. Nel suo intervento, la vicepresidente del Partito socialista svizzero ha insistito sulla necessità di allargare e migliorare il progetto governativo, sull’esempio di quanto fatto ieri dal Nazionale.

A suo avviso, bisogna infatti dare delle risposte alle molte persone che ci scrivono perché preoccupate per il futuro. In particolare, ha aggiunto, vanno considerate le necessità di quelle persone non coperte dalle assicurazioni sociali classiche, come gli indipendenti, le persone che lavorano su chiamata o hanno un impiego temporaneo. La legge che stiamo per promulgare dovrà inoltre essere appropriata, proporzionata e rispettosa dei diritti dei cittadini, ha precisato.

No partner sociali consultati

Passando dalle dichiarazioni di principio all’esame dettagliato del disegno governativo, al pari del Consiglio nazionale, anche la camera dei Cantoni non vuole lasciare troppo potere decisionale nelle mani dell’Esecutivo.

Tuttavia, pur essendo d’accordo col principio che il governo debba consultare i cantoni prima di adottare decisioni per lottare contro il coronavirus che interessano le loro competenze, ha respinto (23 voti a 16) l’idea di associare anche le organizzazioni mantello dei partner sociali, le associazioni dei comuni e delle città.

Cultura, 20 mln in meno

Per quanto attiene agli aiuti alla cultura, diversamente dal nazionale, gli Stati si sono espressi per 26 voti a 14 a favore della versione del governo, e della commissione preparatoria, per una somma di 80 milioni di franchi invece di 100 milioni.

Calcio e eventi

Via libera anche a prestiti senza interessi alle leghe professionistiche di calcio e disco su ghiaccio. L’importo potrebbe arrivare fino ad un quarto dei costi operativi dei club per il 2018/2019. I club dovranno fornire garanzie fino al 25%. I prestiti dovranno essere rimborsati entro dieci anni.

In questo caso, gli Stati si sono allineati al Nazionale, approvando una proposta di minoranza inoltrata da Hannes Germann (UDC/SH) – noto appassionato di calcio – contrario a garanzie fino al 35% come chiedeva la commissione preparatoria.

Gli Stati hanno poi compiuto un gesto in favore delle imprese duramente colpite dalla pandemia attive nei settori degli eventi e dei viaggi. Potranno ottenere aiuti dalla Confederazione, ma solo se erano in buona “salute” economica prima della crisi e i Cantoni, dove ha sede l’impresa, partecipino al finanziamento. Oltre a ciò, finanziamenti potranno essere concessi per i casi di rigore.

Stranieri e frontalieri

Se il Consiglio federale limiterà l’entrata o il soggiorno degli stranieri, dovrà escludere da questa disposizione il ricongiungimento familiare e l’entrata dei concubini, nonché dei loro figli.

Nel corso del dibattito, il plenum ha anche accolto – 28 voti a 10 – una proposta di Carlo Sommaruga (PS/GE) che chiede al Consiglio federale di adottare, in caso di chiusura delle frontiere, quei provvedimenti necessari per assicurare al meglio il diritto alla circolazione del lavoratori frontalieri e degli abitanti che hanno legami particolari – per esempio di parentela – nella zona di confine.

Un aggiunta combattuta invano da Marco Chiesa (UDC/TI), secondo cui preoccupazione principale del Ticino, durante il picco dei contagi in Lombardia, era la protezione della salute dei suoi abitanti, non assicurare la libera circolazione delle persone. Sommaruga ha ribattuto che l’aggiunta non impedirà al governo di adottare misure che tengano conto delle varie realtà locali. L’emendamento è anche nell’interesse del Ticino, specie per quanto attiene al mantenimento dei legami di parentela.

Lavoratori e indennità

La legge prevede anche il versamento di indennità per perdita di guadagno per le persone che devono interrompere o limitare in maniera significativa la loro attività lucrativa.

Gli indipendenti non ne beneficeranno e nemmeno i datori di lavoro. I datori di lavoro che continuano a versare il salario al loro collaboratore vulnerabile che non può lavorare non avranno diritto a un rimborso.

Diversamente dal Nazionale, il plenum non ha voluto saperne di estendere il diritto alle indennità per perdita di guadagno per i lavoratori su chiamata, con contratto a tempo determinato o alle dipendenze di un’agenzia di lavoro interinale, o agli apprendisti. Un tentativo di Marina Carobbio di riprendere la versione della Camera del popolo è stato respinto per 26 voti a 13.

Anche una proposta di Maya Graf (Verdi/BL) destinata a sostenere i lavoratori con bassi salari colpiti da una riduzione dell’orario di lavoro è stata respinta. Senza esito nemmeno il tentativo di ottenere un sostegno finanziario per gli asili nido: una proposta della stessa Graf è stata bocciata per 25 voti a 13.

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