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CSt: piccolo credito, no a pubblicità aggressiva

(Keystone-ATS) Vietare la pubblicità aggressiva per il piccolo credito affinché i giovani non si indebitino eccessivamente. È quanto ha deciso oggi il Consiglio degli Stati approvando una modifica della legge sul credito al consumo. Il dossier ritorna al Nazionale per le divergenze.

I “senatori” hanno approvato questa modifica per 24 voti a 11 e 5 astenuti. Non contenti hanno operato un ulteriore giro di vite alla normativa, andando oltre quanto deciso dalla Camera del popolo.

Puntando sull’autoregolamentazione del settore, spetterà agli attori coinvolti definire che cosa si intenda per pubblicità aggressiva. La legge li obbliga ad accordarsi su questo punto.

Le due camere sono in disaccordo sul momento in cui il Consiglio federale deve intervenire per determinare ciò che va vietato. Per il Nazionale, tale passo andrebbe fatto qualora il settore non dovesse trovare un’intesa entro tempi ragionevoli.

Gli Stati, invece, vorrebbero permettere al Governo di agire se l’intesa dovesse risultare insoddisfacente. Tale versione è stata approvata dal plenum per 29 voti a 12. Per la maggioranza, se il ramo del piccolo credito venisse lasciato libero di decidere sul contenuto dell’accordo, allora non varrebbe nemmeno la pena di regolare il settore.

Rispetto alla camera del popolo, gli Stati hanno adottato anche misure più stringenti in merito ai crediti rimborsabili in un breve lasso di tempo (tre mesi), nonostante l’opposizione di alcuni esponenti della destra.

Per la maggioranza, sostenuta dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga, è nell’interesse della società evitare che i giovani si indebitino a dismisura: chi è oberato dai debiti per prima cosa non paga le tasse e poi nemmeno i premi malattia. In seguito vi è il rischio che cada a carico dell’assistenza, gravando insomma sulle spalle della collettività.

Oltre alla pubblicità aggressiva, il plenum ha anche inasprito le condizioni per l’esame della capacità di credito, analisi che viene condotta per evitare un eccessivo indebitamento. Ebbene, se oggi è sufficiente svolgere una verifica in caso di dubbi sulle informazioni fornite dal cliente, in futuro le società di credito dovranno pretendere documenti, come certificati di salario o estratti del registro esecuzioni.

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