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CSt: preventivo 2019; 98,1 mio supplementari per la formazione

Il consigliere agli Stati Werner Hösli (UDC/GL) KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) Dopo il Consiglio nazionale la settimana scorsa, è toccato oggi agli Stati discutere del preventivo 2019 della Confederazione. Alla fine dei dibattiti, la Camera dei cantoni ha approvato un aumento di 98,1 milioni di franchi nel budget per la formazione e la ricerca.

Il dossier ritorna tuttavia a quella del popolo per appianare le divergenze che ancora oppongono i due rami del Parlamento.

Giovedì scorso, quella del popolo aveva deciso di sostenere maggiormente politecnici, università, istituti di ricerca e formazione professionale, attribuendo a queste voci complessivamente 115 milioni supplementari rispetto al progetto governativo. I “senatori” hanno oggi seguito il principio del Nazionale, ma alla fine hanno votato un’aggiunta inferiore di 16,9 milioni.

Dai ranghi borghesi, alcune voci si sono alzate, come quella di Werner Hösli (UDC/GL), per criticare una politica di aiuti a innaffiatoio in questo settore. Il ministro delle finanze Ueli Maurer ha dal canto suo avvertito che l’anno prossimo si dovrà dar prova di minor generosità poiché la situazione budgetaria si aggraverà.

Divergenze

Contrariamente alla Camera del popolo, i “senatori” non hanno attribuito 560’600 franchi in più all’Istituto universitario federale per la formazione professionale, né 3 milioni supplementari agli istituti di ricerca d’importanza nazionale. La seconda decisione è stata presa con 23 voti contro 18.

Gli Stati si sono mostrati un po’ meno generosi anche per quanto riguarda le indennità forfettarie e la formazione professionale superiore, liberando 18 milioni supplementari, contro i 31,5 milioni decisi dal Nazionale in prima lettura. I “senatori” hanno invece accettato un aumento delle spese di 193’500 franchi per la formazione continua, che la Camera del popolo aveva respinto di misura.

Ciclismo, museo e tribunale

Su altri crediti supplementari, i due rami del Parlamento si sono già messi d’accordo. Seguendo il Nazionale, anche i “senatori” hanno oggi deciso di attribuire un credito supplementare di 3 milioni in favore dell’Ufficio federale dello sport in vista dei mondiali di ciclismo su strada di Martigny (VS) e Aigle (VD) del 2020 e si sono pronunciati a favore di 530’000 franchi supplementari per il Museo alpino di Berna.

Come il Nazionale, anche gli Stati hanno inoltre aumentato di 1 milione di franchi il budget destinato al Tribunale penale federale per permettere la creazione di una nuova corte d’appello.

Guardie di confine

Più combattuta è stata invece la discussione concernente il credito supplementare destinato al Corpo delle guardie di confine. Alla fine, con 21 voti contro 20 e 1 astenuto, i “senatori” hanno seguito la Camera del popolo approvando un’aggiunta di 2,8 milioni di franchi nel Dipartimento federale delle finanze al fine di creare di 44 posti supplementari.

Questo credito, che dovrebbe essere compensato in spese per il personale in altri dipartimenti, era combattuto agli Stati da una minoranza trasversale composta da Werner Hösli (UDC/GL), Peter Hegglin (PPD/ZG) e Christian Levrat (PS/FR). Il democentrista glaronese ha dichiarato invano che “la situazione migratoria alle frontiere è sotto controllo”. A suo avviso, occorrerebbe puntare invece sulla digitalizzazione delle dogane e una ridistribuzione dei compiti.

No a tagli in beni e servizi

I “senatori” si sono inoltre pronunciati diversamente dal Nazionale in altri ambiti. Si sono in particolare rifiutati di accordare 546’300 franchi in più all’Ufficio federale dell’agricoltura e di tagliare 19 milioni di franchi nelle voci “Spese per beni e servizi” e 45 milioni nell'”Aiuto sociale per il settore dell’asilo”.

Secondo Hannes Germann (UDC/SH), il Nazionale ha operato quest’ultimo taglio basandosi sulle recenti stime che prevedono una diminuzione delle domande d’asilo. Ma, a suo avviso, “si tratterebbe soltanto di un risparmio di facciata”.

La Camera dei cantoni, a differenza del Nazionale, non ha neppure voluto tagliare 1,4 milioni nelle spese di funzionamento dell’Ufficio federale della sanità pubblica, per evitare presunti sperperi nelle consulenze esterne. “No” anche a un taglio di 2 milioni nel Controllo federale delle finanze e a un altro di 1,6 milioni nel nuovo Ufficio federale del servizio civile.

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