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CSt: Protezione sfera privata, bocciati iniziativa e controprogetto

Consiglio degli Stati: l'iniziativa popolare "Sì alla protezione della sfera privata", che mira a garantire il segreto bancario per chi ha residenza fiscale in Svizzera, va respinta senza controprogetto (foto d'archivio). KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) L’iniziativa popolare “Sì alla protezione della sfera privata” va respinta senza controprogetto. Lo ha deciso il Consiglio degli Stati distanziandosi così dal Nazionale che aveva raccomandato la sua accettazione e gli aveva affiancato una controproposta.

L’iniziativa mira ad ancorare nella Costituzione federale il segreto bancario per le persone residenti in Svizzera. Lo scopo è scongiurare che in futuro le autorità fiscali possano chiedere alle banche di fornire informazioni bancarie relative a un cliente anche in caso di evasione fiscale e non solo in caso di frode.

Nel corso del dibattito, la destra – UDC, PLR e parte del PPD – si è detta a favore del controprogetto elaborato dalla Camera del popolo, giudicando problematiche certe disposizioni incluse nell’iniziativa, disposizioni che vanno più lontano rispetto alla prescrizioni attuali in materia di segreto bancario.

Questo va però salvaguardato, un progetto (presentato a suo tempo da Eveline Widmer-Schlumpf, ndr) per allentarlo esiste, anche se attualmente i lavori sono sospesi, ha ricordato Karin Keller-Sutter (PLR/SG). Per combattere gli attacchi sia interni che esterni volti a farla finita col segreto bancario anche per gli svizzeri occorre quindi adottare il controprogetto. Ancorare il segreto bancario nella Costituzione sarebbe inoltre un segnale di fiducia nei confronti dei contribuenti, ha aggiunto la sangallese.

La privacy e il segreto bancario sono già sufficientemente protetti, ha replicato Pirmin Bischof (PPD/SO) a nome della commissione. Il controprogetto del Nazionale colma sì alcune lacune dell’iniziativa, ma limitando l’accesso ai dati bancari esclusivamente ai casi di reati fiscali gravi si minimizza l’importanza delle altre infrazioni, ha sottolineato il solettese.

“Che senso ha approvare un controprogetto se questo è osteggiato dal governo, dai cantoni, dalle banche e da Economiesuisse?”, si è chiesto da parte sua Konrad Graber (PPD/LU). L’iniziativa non solo è mal concepita, ma è perfettamente inutile, ha aggiunto Roberto Zanetti (PS/SO). Per il consigliere federale Ueli Maurer, sia l’iniziativa che il controprogetto trasmetterebbero un segnale negativo ai contribuenti onesti.

L’iniziativa – che gli Stati hanno bocciato oggi in modo tacito – mira a inserire nell’articolo 13 della Costituzione federale il principio secondo cui “senza il consenso della persona interessata” possono essere fornite “alle autorità informazioni concernenti le imposte dirette prelevate dai cantoni” soltanto nell’ambito di un procedimento penale ed esclusivamente in due casi: “se esistono sospetti fondati dell’intenzione di commettere una frode fiscale tramite documenti falsificati, alterati o materialmente falsi” e “se esistono sospetti fondati di evasione fiscale intenzionale e ripetuta, mirante a sottrarre somme ingenti”.

Il comitato d’iniziativa comprende rappresentanti di PLR, UDC, PPD, Lega dei Ticinesi, Unione svizzera arti e mestieri (USAM) e dell’associazione svizzerotedesca dei proprietari fondiari (HEV). A loro avviso, lo scambio automatico di informazioni finanziarie in Svizzera permetterebbe allo Stato di immischiarsi ancora di più nella vita privata delle persone, intaccando un bene centrale in una società liberale.

Il controprogetto elaborato dal Nazionale, molto simile all’iniziativa, sancisce la protezione della sfera privata e famigliare, nonché della sfera privata finanziaria. La protezione di quest’ultima non è tuttavia totale. Con 25 voti contro 19, gli Stati ne hanno però respinto l’entrata in materia.

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