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CSt: sì a svolta energetica, ma senza perdere di vista l’economia

(Keystone-ATS) Dopo il Consiglio nazionale nel dicembre scorso, il dossier sulla strategia energetica 2050 è da oggi pomeriggio (dalle 15.15- open end), fino a mercoledì, sui banchi del Consiglio degli Stati.

Tenuto conto delle decisioni uscite dall’esame condotto in commissione, i “senatori” dovrebbero confermare nelle linee generali il progetto governativo volto a traghettare il Paese fuori dall’atomo incentivando le energie rinnovabili. Tale “rivoluzione” dovrà tuttavia tenere in considerazione le esigenze dell’economia.

Il progetto governativo prevede la modifica di diverse disposizioni della Legge federale sull’energia e di altre undici norme. Esso funge tra l’altro da controprogetto indiretto all’iniziativa dei Verdi “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare”, iniziativa che il Nazionale ha già raccomandato a popolo e cantoni di respingere. Gli Stati dovrebbero fare altrettanto.

La maggioranza della commissione ha approvato la Strategia energetica 2050, modificandola tuttavia su alcuni aspetti essenziali affinché si tengano maggiormente in considerazioni gli aspetti economici di questa trasformazione epocale.

Sono stati quindi stralciati o rivisti al ribasso aspetti quali l’efficienza energetica, i valori indicativi di energia “verde” prodotta nei prossimi anni. La maggioranza auspica anche che le energie pulite vengano vendute sul mercato e non intende porre limiti temporali allo sfruttamento delle centrali atomiche.

Una minoranza giudica l’intero progetto un “volo alla cieca” e tenterà di silurarlo: il “senatore” Werner Hösli (UDC/GL) difenderà nel plenum una proposta di non entrata nel merito. Visti i rapporti di forza, la sua richiesta dovrebbe essere respinta.

Seppur d’accordo con l’idea di abbandonare progressivamente l’atomo e ridurre le energie fossili a vantaggio di fonti “pulite” (fotovoltaico, eolico, geotermico) ed efficienti, per la maggioranza il progetto deve mettere in primo piano la sicurezza dell’approvvigionamento. Occorre, insomma, garantire con urgenza una maggiore indipendenza energetica del Paese.

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