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CSt: sì ad accordo di libero scambio con Indonesia

La questione controversa dell'olio di palma è stata al centro delle discussioni riguardanti l'accordo di libero scambio con l'Indonesia KEYSTONE/EPA/BW pro LEM sda-ats

(Keystone-ATS) Anche il Consiglio degli Stati, dopo il Nazionale, ha approvato oggi – con 34 voti contro 6 e 4 astenuti) l’accordo di libero scambio con l’Indonesia. L’olio di palma, uno dei punti controversi delle discussioni col Paese asiatico, non verrà escluso dall’intesa.

Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Per la Camera dei cantoni, l’Indonesia rappresenta un partner commerciale potenzialmente importante per la Svizzera, anche in considerazione delle prospettive di crescita economica elevata del Sud-Est asiatico. Le esportazioni elvetiche verso l’Indonesia ammontano a 488 milioni di franchi e le importazioni di prodotti indonesiani a 356 milioni.

Per quanto riguarda la controversa questione dell’olio di palma, i negoziatori hanno discusso dell’applicazione degli standard sociali e ambientali negoziati con Giacarta (sarebbe la prima volta per questo Stato, n.d.r) nonché dei meccanismi di sorveglianza delle condizioni di produzione di tale olio vegetale, ha dichiarato Christian Levrat (PS/FR) a nome della commissione.

A tale riguardo, la Camera dei cantoni oggi ha bocciato tre iniziative cantonali (Berna, Friburgo, Giura) che intendono escludere l’olio di palma dagli accordi di libero scambio, sostenendo che il Parlamento ha già adottato al riguardo una mozione (“No a concessioni sull’olio di palma”) le cui esigenze “sono state rispettate nel quadro dei negoziati con l’Indonesia”. Il Consiglio federale è invitato a fare altrettanto con la Malaysia nell’ambito di un futuro accordo di libero scambio, ha aggiunto Levrat.

Olio di palma

Durante i negoziati tra i Paesi dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e l’Indonesia, aveva fatto parecchio discutere in Svizzera la questione relativa all’olio di palma. Questo prodotto è controverso dal punto di vista ecologico e rappresenta una concorrenza per l’olio di colza nostrano. Al momento della firma dell’accordo, il Consiglio federale aveva sottolineato come Berna accorderà all’olio di palma sconti doganali “compatibili con il mercato nel quadro di contingenti che non mettono a rischio la produzione interna di oli vegetali”.

Il trattato prevede inoltre disposizioni in materia di investimenti, protezione della proprietà intellettuale, eliminazione di ostacoli non tariffari al commercio – anche per quanto riguarda le misure sanitarie e fitosanitarie -, concorrenza, agevolazione degli scambi, commercio e sviluppo sostenibile nonché cooperazione economica.

Con un volume commerciale di circa 840 milioni di franchi all’anno (esclusi metalli preziosi, pietre preziose e semipreziose, oggetti d’arte e di antiquariato), l’Indonesia – 260 milioni di abitanti – è uno dei principali partner economici della Confederazione nell’Asia sudorientale. Alla fine del 2016 la Banca nazionale registrava un volume di investimenti diretti svizzeri in Indonesia pari a 6,9 miliardi di franchi.

Tre iniziative cantonali

La “vexata questio” dell’esclusione dell’olio di palma ritornerà comunque alla Camera del popolo che deve ancora pronunciarsi sul trattamento delle tre iniziative cantonali.

Oggi una minoranza rosso-verde, guidata dalla “senatrice” Maya Graf (Verdi/BL) ha tentato invano di convincere il plenum ad approvarle. Ma le iniziative cantonali bernese e giurassiana sono state bocciate con 33 voti contro 8 e 3 astenuti, mentre quella friburghese – pur raccogliendo qualche voto supplementare – è stata anch’essa respinta per 28 a 13 e 3 astenuti.

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