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CSt: servizi segreti, necessari più poteri

(Keystone-ATS) I servizi segreti devono poter perquisire luoghi privati, sorvegliare la posta elettronica e le comunicazioni in casi sospetti di terrorismo, spionaggio, proliferazione di armi di distruzione di massa. È quanto pensa il Consiglio degli Stati.

La camera dei cantoni ha respinto stamane (37 voti a 2 e 2 astenuti) una proposta di non entrata nel merito del “senatore” Paul Rechsteiner (PS/SG). Diversi deputati favorevoli alla nuova Legge sul Servizio informazioni (LSI), tra cui anche esponenti del campo rosso-verde, hanno tuttavia chiesto l’adozione di “paletti” severi per evitare derive all’americana (leggi: sorveglianza di massa).

In apertura dei dibattiti, il Consigliere agli stati sangallese ha ricordato lo scandalo delle schedature venuto alla luce alla fine degli anni ’80 e la reazione scandalizzata dell’opinione pubblica alla luce delle gravi violazioni della sfera privata dei cittadini.

La nuova LSI mette in discussione i diritti fondamentali degli abitanti di questo Paese. Simili intrusioni nella sfera privata, ha spiegato Rechsteiner, dovrebbero essere possibili solo quando si è in presenza di delitti o crimini, o in caso di atti preparatori, ha dichiarato il “senatore” sangallese. Per fare questo basta il Ministero pubblico della Confederazione e i servizi di polizia: non è quindi necessario ampliare i poteri del SIC.

Per Rechsteiner le giustificazioni addotte per l’estensione dei poteri concessa al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) non sono convincenti. Rispetto agli anni ’90, la diffusione di internet ha reso disponibili molte più informazioni pubbliche cui il SIC può attingere. Il presidente dell’Unione sindacale svizzera ha dichiarato di temere una deriva all’americana – ossia la sorveglianza a tappeto delle comunicazioni – dei servizi segreti.

A nome della commissione, Alex Kuprecht (UDC/SZ) ha accennato agli enormi cambiamenti a livello di sicurezza sopravvenuti negli ultimi 15 anni, in particolare per quanto riguarda il terrorismo. Questo fenomeno, ha sostenuto Kuprecht facendo riferimento agli attacchi dell’11 settembre 2001 di New York e in seguito a Madrid e Londra, rappresenta una minaccia in grado di mettere a dura prova la sicurezza di un Paese.

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