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CSt: svolta energetica è un passo obbligato

(Keystone-ATS) Il progressivo abbandono del nucleare, deciso dopo la catastrofe giapponese di Fukushima del 2011, va compensato con un maggiore ricorso alle energie “pulite”, tra cui un potenziamento del settore idroelettrico, e un miglioramento dell’efficienza.

Ne è convinto il Consiglio degli Stati che ha incominciato i dibattiti particolareggiati sulla Strategia energetica 2050 (dossier già esaminato dal Consiglio nazionale lo scorso dicembre) dopo aver respinto per 39 voti a 2 una richiesta di non entrata nel merito dell’UDC Werner Hösli (GL) e una di rinvio in commissione (39 voti a 3) presentata da Thomas Hefti (PLR/GL).

Rispetto alla versione uscita dal Nazionale, ha affermato il relatore Ivo Bischofberger (PPD/AI), quella approvata dalla maggioranza della commissione preparatoria è un po’ meno ambiziosa, ma non per questo meno necessaria. Qui si tratta, ha spiegato, di garantire un approvvigionamento sicuro in energia dopo la decisione di principio di non più costruire nuovi impianti nucleari.

“Dobbiamo colmare il 35-40% dell’energia atomica che verrà a mancare”, ha messo in guardia il “senatore” appenzellese, garantendo nel contempo l’approvvigionamento del Paese e riducendo la dipendenza dalle energie fossili.

Per Didier Berberat (PS/NE), lo statu quo difeso da chi non vuole nemmeno discutere del progetto non è un’opzione valida per il futuro; bisogna prepararsi per tempo alla chiusura progressiva delle nostre centrali atomiche, ormai obsolete. Per ragioni ambientali, ha aggiunto il “senatore” socialista, è necessario anche tagliare la quota – ora al 65% – di energie fossili.

Werner Hösli (UDC/GL) ha criticato l’emotività che ha circondato l’incidente nucleare in Giappone e la decisione, a suo dire precipitosa, di rinunciare a questa forma di energia, nonostante i miglioramenti apportati nel frattempo agli impianti nucleari svizzeri.

Per il Glaronese, la strategia energetica preoccupa le piccole aziende a causa dei costi supplementari per la sua applicazione, senza contare che l’intero impianto è estremamente burocratico. Quanto alla promozione del fotovoltaico, Hösli ha fatto notare la contraddizione insita in un progetto che vuole promuovere questa forma di energia, benché la produzione di questi pannelli – per lo più in Cina – provochi forti emissioni di CO2 e residui inquinanti.

Stando allo svittese Peter Föhn (UDC), la strategia energetica uscita dalle deliberazioni della commissione preparatoria è più moderata rispetto al testo votato lo scorso dicembre dal Nazionale, ma non per questo meno dannosa per l’economia.

Anche l’altro esponente glaronese alla Camera dei cantoni, il PLR Thomas Hefti, ha sottolineato i maggiori costi che le aziende dovranno sopportare e le difficoltà di applicazione di alcune disposizioni.

La volta energetica è ormai in corso: lo ha riconosciuto la popolazione e l’economia, perlopiù favorevole a questa evoluzione, ha replicato Verena Diener Lenz (Verdi liberali/ZH). Rivolta a Hösli, Verena Diener ha spiegato l’emotività legata ai fatti di Fukushima col fatto che le conseguenze di quell’incidente si faranno sentire ancora per decenni.

Per Raphäel Comte (PLR/NE), l’attendismo è la peggiore strategia: le centrali atomiche chiuderanno soprattutto perché l’atomo non è più redditizio, come dimostrano i prezzi dell’energia in caduta libera. A suo avviso, la svolta ecologica è tutto fuorché nemica dell’economia. L’evoluzione tecnologica nel settore energetico faciliterà questo passaggio.

Per diversi oratori, puntare sulle nuove tecnologie avrà ripercussioni positive anche sul lavoro, con la creazione di posti ad alto valore aggiunto.

Anche la consigliera federale Doris Leuthard ha sottolineato la necessità di assicurare l’approvvigionamento e di ridurre la dipendenza dall’estero per le energie fossili. La strategia del Governo punta proprio sulla produzione interna di energie pulite e la riduzione dei consumi privati, obiettivo che si può raggiungere mediante un incremento dell’efficienza e investimenti nelle ristrutturazioni di vecchi immobili, voraci in energia.

La ministra ha ammesso che il mondo economico è preoccupato a causa dei costi, ma sul lungo termine ci guadagnerà. Non fare nulla, ha dichiarato, sarebbe fatale tenuto conto dell’imprevedibilità che caratterizza il mercato dell’energia.

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