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Cura anziani; pendolari meritano maggiore attenzione

(Keystone-ATS) La migrazione pendolare per la cura degli anziani merita maggiore attenzione. Ne è convinto il Consiglio federale che oggi ha approvato un rapporto sul tema.

Il governo ha inoltre incaricato il Dipartimento federale dell’economia (DEFR) di presentare entro la metà del 2016 una stima dei costi della regolamentazione.

Nel rapporto si invitano pure le autorità cantonali, le parti sociali e le organizzazioni che prestano assistenza a discutere possibili soluzioni e sottoporre proposte concrete al Consiglio federale entro la fine del 2016.

L’aiuto alle persone anziane bisognose di cure, in abitazioni private, è sempre più affidata a donne provenienti dai Paesi dell’Unione europea. “Queste assistenti, generalmente ben qualificate, si trasferiscono in Svizzera per un periodo non superiore a tre mesi, durante il quale vivono e lavorano in casa dell’anziano per sbrigare lavori domestici e assisterlo spesso 24 ore su 24”, si legge in una nota odierna del DEFR.

Siccome questa attività non rientra nel campo d’applicazione della legge sul lavoro e attraverso un accordo scritto si può derogare ai contratti normali di lavoro cantonali, per questi rapporti professionali non esistono norme vincolanti, specialmente per quanto riguarda la durata del lavoro e del riposo.

Alla luce della crescente domanda di questo tipo di assistenza agli anziani, il governo è stato incaricato attraverso un postulato della consigliera nazionale Barbara Schmid-Federer (PPD/ZH) di verificare come migliorare le condizioni quadro giuridiche per le cosiddette “migranti pendolari”.

Il rapporto, pubblicato oggi, illustra diverse soluzioni: si va dall’obbligo ai datori di lavoro di comunicare ai propri dipendenti le norme giuridiche in vigore, alla creazione di un contratto normale di lavoro nazionale, alla possibilità di definire una nuova ordinanza ad hoc per questi rapporti professionali.

Secondo il DEFR, “è verosimile che le soluzioni delineate facciano aumentare i costi per la regolamentazione (…) sia per i diretti interessati che per il sistema socio-sanitario”.

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