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Danimarca: una “fat tax” contro chili in più

(Keystone-ATS) In Danimarca anche la bilancia finisce nel mirino del fisco: il paese scandinavo è il primo al mondo a introdurre una tassa sui cibi grassi per contrastare quei fenomeni dilaganti di sovrappeso e obesità che affliggono ormai anche la popolazione locale.

Dal burro all’olio, a biscotti, dolci, carne e pizza, per non parlare di snack e patatine: il gusto, ma anche l’esborso si fa “ricco”. Il consumatore danese dovrà infatti pagare 16 corone in più, ovvero 2.60 franchi, per chilo di grassi saturi. Un obolo per niente “light”, a differenza delle intenzioni di uno Stato che vuole far scendere il giro-vita dei suoi cittadini ma al contempo far affluire un bel gettito extra nelle casse erariali, per una cifra stimata di 1,5 miliardi di corone.

La tassa è in vigore da oggi e in previsione di ciò i consumatori danesi hanno saccheggiato nei giorni scorsi negozi e supermercati per accaparrarsi leccornie varie da assaporare ancora una volta senza fare i conti con il portafoglio.

La vicepresidente di una nota catena di supermercati danesi, Mogens Werge, osserva come “questa tassa abbia un impatto pesante sui consumatori, un impatto che loro stessi ancora non realizzano”. Tanto per fare qualche esempio, 250 grammi di burro costeranno il 14,1% in più, mentre un litro di olio di oliva, “reo” di superare seppur di poco la soglia del 2,3% di grassi saturi oltre la quale scatta la tassa, si pagherà il 7,1% in più, riporta il “Copenhagen Post”.

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