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Datagate: governo non decide su attività spionistiche in Svizzera

(Keystone-ATS) Nessuna decisione immediata del Consiglio federale in merito alle presunte attività spionistiche in Svizzera rivelate dai documenti dell’ex dipendente dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) statunitense Edward Snowden. L’esecutivo oggi si è limitato a discutere del seguito da dare alla vicenda.

Il governo ha preso atto degli accertamenti effettuati finora dai servizi competenti della Confederazione e ha proceduto a un esame delle misure ipotizzabili. Ha inoltre dato mandato ai dipartimenti interessati di approfondire questi accertamenti e lo studio delle misure prima di decidere definitivamente in merito, indica una nota del Consiglio federale.

Fin dalle prime rivelazioni dei media, che si basavano sui documenti di Snowden, i servizi d’informazione della Confederazione e i servizi diplomatici del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) hanno contattato i loro omologhi americani per richiedere chiarimenti. In giugno, gli Stati Uniti hanno risposto per via diplomatica che rispettavano le leggi svizzere.

Il Consiglio federale ritiene che la Svizzera non sia preservata dalle attività informative condotte da Paesi stranieri sul suo territorio. Condanna in modo fermo ogni attività di questo tipo che violi il diritto elvetico, chiunque ne sia l’autore. Come Stato ospite di numerose istituzioni internazionali, la Svizzera esorta i Paesi che potrebbero svolgere attività informative illegali in questo ambito a rispettare la confidenzialità dei lavori di queste organizzazioni.

Le attività informative, necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini, devono essere strettamente controllate dalle istanze giudiziarie e autorità competenti e rispettare nel miglior modo possibile la sfera privata.

Il Consiglio federale ha anche proceduto a un esame delle possibili misure tecniche di protezione e delle iniziative politiche in corso. La Svizzera è attiva sul piano multilaterale e con la Germania, l’Austria e il Liechtenstein ha depositato presso il Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu un’iniziativa per la protezione della sfera privata nell’era di internet. La Svizzera sostiene inoltre una risoluzione dell’Onu proposta dal Brasile e dalla Germania e in questo ambito si impegna affinché il diritto alla protezione della sfera privata sia trattato con un approccio basato sui diritti dell’uomo.

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