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Datagate: ritorno Snowden negli Usa, ora intesa possibile

(Keystone-ATS) Aria di distensione tra Edward Snowden e il governo Usa? Forse i tempi sono maturi.

Lo pensa l’ex ministro della Giustizia Eric Holder, secondo cui ci sono possibilità che il governo trovi un accordo con la talpa della Nsa (la National Security Agency) per farlo tornare dal suo rifugio a Mosca.

“Credo che possano esserci le basi per una soluzione soddisfacente per tutti. Credo che la possibilità esista”, ha detto a Yahoo News. L’amministrazione Obama però non si sbilancia. “La nostra posizione nei confronti di Snowden non è cambiata”, ha detto una portavoce di Loretta Lynch, che ha preso il posto di Holder alla guida del Dipartimento della Giustizia.

Holder era nell’amministrazione Obama come ministro della Giustizia quando ormai due anni fa scoppiò lo scandalo Datagate, quando Snowden rese pubblici i dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti. Holder, che ha lasciato il governo lo scorso aprile, già agli inizi del 2014 si era mostrato disponibile ad un’apertura e in un’intervista aveva detto che avrebbe considerato un dialogo con Snowden, se fosse stato pronto a tornare in Usa per rispondere alle accuse di spionaggio, anche se aveva escluso la possibilità della grazia.

Oggi che non è più ministro la posizione di Holder sembra ancora più morbida. In seguito alle rivelazioni di Snowden, ha detto, oggi “siamo in posto diverso” perchè nel Paese si è aperto “un dibattito necessario” che ha indotto il presidente Obama e il Congresso a cambiare politica sulla raccolta dati dei cittadini attraverso i loro telefoni.

Interpellata da Yahoo News, Melanie Newman, portavoce del nuovo ministro della giustizia Lynch, ha però di fatto escluso un ammorbidimento della linea nei confronti di Snowden. “La nostra posizione riguardo al suo ritorno negli Usa per far fronte alle accuse non è cambiata”, ha affermato. Ciononostante, ci sono altri segnali che possono far intravedere la possibilità di un ritorno della talpa.

Dopo che lo scorso mese Obama ha firmato il Freedom Act – che impedisce alla Nsa di raccogliere indiscriminatamente i dati telefonici di milioni di americani – uno dei legali di Snowden aveva detto che il suo cliente potrebbe tornare a casa, ad un certo punto.

Inoltre secondo Business Insider, Robert Litt, braccio destro di James Clapper, direttore della National Intelligence, avrebbe di recente proposto in privato l’idea di un ritorno di Snowden sulla base di una sua eventuale disponibilità a dichiararsi colpevole di un capo d’accusa che preveda una condanna da un minimo di tre a un massimo di cinque anni di prigione. Ipotesi che appare invece respinta da un altro dei legali di Snowden, Ben Wizner, secondo cui è da escludersi qualsiasi trattativa che implichi la detenzione per il suo cliente.

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