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Denominazione di origine protetta, troppi abusi in Svizzera

(Keystone-ATS) Ci sono troppi abusi in Svizzera nell’utilizzo della denominazione di origine protetta e di altre indicazioni alimentari. Lo denuncia l’Associazione di chimici cantonali, che ha realizzato uno studio su 963 operatori.

Nel 38% delle ispezioni sono state constatate non conformità alla legislazione vigente, rilevano gli autori, che in una nota odierna parlano di “bilancio non soddisfacente”.

Gli abusi sono emersi in relazione a 313 prodotti, rilevano i chimici cantonali, secondo cui i settori interessati devono applicare le esigenze di legge “in modo molto più attento e disciplinato”.

La carne secca del Vallese IGP e la Damassine DOP sono stati i prodotti elvetici con più contestazioni di non conformità. Per quanto riguarda gli alimenti provenienti dall’Ue, il maggior numero di abusi hanno riguardato il Parmigiano Reggiano, la Feta e il Prosciutto di Parma.

Gli organismi di controllo si sono interessati a 1145 derrate alimentari svizzere o europee che beneficiano di un marchio DOP (Denominazione di origine protetta), IGP (Indicazione geografica protetta) o delle designazioni “Montagna” o “Alpe”.

Tutte le regioni del Paese, così come il Liechtenstein, hanno partecipato alla campagna. I controlli hanno interessato aziende che preparano, trasformano, (re)imballano o ri(etichettano) derrate, ossia esercizi pubblici, panetterie, macellerie e caseifici, aziende di commercio all’ingrosso, grandi distributori, dettaglianti e mercati.

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