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Deputazione ticinese, costellazione favorevole a Ticinese in CF

La consigliera nazionale Roberta Pantani sda-ats

(Keystone-ATS) Potrebbe essere la volta buona per un Ticinese in Consiglio federale, dopo la partenza di Flavio Cotti (PPD) nel 1999.

Lo ha dichiarato la consigliera nazionale Roberta Pantani (Lega) oggi a Berna a nome della Deputazione ticinese alle Camere federali, sottolineando che, con le dimissioni di Didier Burkhalter, si è formata una costellazione favorevole alla candidatura di un’esponente della Svizzera italiana.

“Ora o mai più insomma”, ha sostenuto Pantani, la quale ha spiegato tuttavia che la Deputazione non ha ancora discusso a fondo della questione, in particolare del fatto che tra i favoriti figuri il collega Ignazio Cassis (PLR) il cui nome circola con insistenza sui media elvetici.

È troppo presto per fare nomi, ha detto Pantani, “dal momento che toccherà al PLR fare le proprie scelte”, ed ancora troppo presto per dire se la Deputazione ticinese sosterrà compatta un eventuale o eventuali candidati ticinesi.

Tuttavia, secondo il consigliere nazionale Marco Chiesa (UDC), “Il Ticino non dovrebbe picconare i propri candidati”. “Romandi e Svizzerotedeschi non aspettano altro che si formino delle divisioni al nostro interno”, ha messo in guardia il deputato luganese.

Per il consigliere nazionale Giovanni Merlini, dello stesso partito di Cassis, “verrà presentato un candidato o una candidata, entrambi ottimi, e ci sarà un sostegno compatto da parte della Deputazione”.

Di certo la mancata elezione di un Ticinese, sarebbe un “peccato”, secondo Pantani. Più severo Fabio Regazzi (PPD), secondo cui una simile eventualità verrebbe percepita a Sud della Alpi come “uno schiaffo”. La popolazione reagirebbe in malo modo. Le particolarità del Cantone potrebbero infatti essere meglio rappresentate in Governo da un consigliere federale ticinese.

Per il consigliere nazionale di Mendrisio, Marco Romano (PPD), un “no” a un candidato ticinese sarebbe un “affronto” che andrebbe contro la stessa Costituzione federale. Quest’ultima prevede infatti all’articolo 175 che le diverse regioni e componenti linguistiche del Paese debbano essere equamente rappresentate.

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