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DFF: mercato ipotecario, banche devono rafforzare i mezzi propri

(Keystone-ATS) Le banche svizzere dovranno detenere una quantità maggiore di fondi propri in caso di concessione di ipoteche con rischi accresciuti, secondo quanto richiesto in estate dal Consiglio federale. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha ora elaborato proposte in merito che sono state inviate in consultazione.

Inoltre, un ammortizzatore anticiclico variabile in materia di fondi propri dovrebbe rafforzare la resistenza del settore bancario nei confronti dei rischi nei periodi di eccessiva crescita dei crediti. Anche in questo caso il DFF ha avviato un’indagine conoscitiva in vista delle necessarie modifiche dell’ordinanza sui fondi propri.

Scopo delle modifiche è impedire l’insorgere di una bolla immobiliare. Sulla scia dei bassi livelli dei tassi di interesse e dell’inasprimento della concorrenza, le banche svizzere concedono sempre più crediti per l’acquisto di abitazioni, rileva il DFF in una nota odierna.

In agosto il Consiglio federale aveva deciso di contrastare questa evoluzione con prescrizioni più severe in materia di dotazione di fondi propri per le operazioni ipotecarie. Con la modifica dell’ordinanza posta in consultazione in data odierna, le banche dovranno disporre di fondi propri supplementari per i prestiti ipotecari per i quali vengono superate le usuali soglie di sostenibilità e di concessione di mutui.

Quale ulteriore strumento di consolidamento dei fondi propri delle banche, il DFF propone l’introduzione di un ammortizzatore anticiclico variabile destinato a rafforzare la resistenza del settore bancario nei confronti dei rischi legati a un aumento eccessivo dei crediti. “Esso impedisce inoltre una crescita smisurata dei crediti e limita lo sviluppo di rischi sistemici nel settore finanziario”, spiega il DFF.

L’attivazione e la successiva disattivazione dell’ammortizzatore dovrebbe essere decisa dal Consiglio federale, su proposta della BNS e dopo aver sentito la FINMA, si legge nel comunicato.

Le proposte si basano sui risultati di un gruppo di lavoro, diretto dal DFF, che comprende anche rappresentanti dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e della Banca nazionale svizzera (BNS).

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