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Direttori cantonali sanità contro finanziamento cure ambulatoriali

Per Thomas Heiniger, presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità, ai Cantoni non può essere chiesto di contribuire a oltre la metà del finanziamento delle cure ambulatoriali. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) I Cantoni non intendono contribuire a oltre la metà del finanziamento delle cure ambulatoriali, come già avviene per quelle stazionarie.

La Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS), riunita oggi a San Gallo, punta su altre misure atte a ridurre rapidamente i costi del sistema sanitario.

Attualmente le cure stazionarie vengono finanziate per il 55% dai Cantoni e per il 45% dagli assicuratori. Le prestazioni ambulatoriali invece sono interamente a carico della casse. L’aumento delle cure ambulatoriali ha generato un trasferimento dei costi verso il settore delle assicurazioni, e il parlamento dovrà decidere se introdurre anche in questo caso la stessa ripartizione dei costi che viene già applicata agli ospedali.

“Vogliamo contenere i costi e non unicamente spostare fondi pubblici verso le casse malattia”, ha detto il consigliere di Stato zurighese Thomas Heiniger, presidente della CDS. Le proposte in discussione al parlamento hanno come obiettivo quello di trasferire dai Cantoni agli assicuratori malattia più di dieci miliardi. Per la CDS questa non è una soluzione: causerebbe costi supplementari ingenti per i Cantoni senza che questi possano avere un’influenza sull’aumento dell’efficienza.

I direttori cantonali della sanità intendono prima di tutto esaminare le prestazioni degli ospedali. Ancora oggi per troppi trattamenti che potrebbero essere dispensati in ambulatorio viene richiesto un ricovero. “In questo ambito c’è un potenziale di riduzione dei costi sanitari a pari qualità di trattamento”, secondo la consigliera di Stato sangallese Heidi Hanselmann, vicepresidente della CDS. Con un aumento delle prestazioni ambulatoriali si potrebbero risparmiare 500 milioni di franchi l’anno.

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