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Diritti popolari, criteri più precisi per evitare annullamento

(Keystone-ATS) Non si tratta di limitare i diritti popolari, bensì di precisarli ed adeguarli all’evoluzione del contenuto delle recenti iniziative popolari.

È quanto dichiarato stasera dalla presidente della Commissione delle istituzioni politiche degli Stati, Verena Diener (Verdi liberali/ZH), secondo cui è necessario agire considerati i problemi recenti con alcune modifiche costituzionali, a causa delle clausole di retroattività contenute nel testo, o del mancato rispetto dell’unità di materia.

Dopo un lungo lavoro di riflessione, sfociato in un rapporto esplicativo adottato per 10 voti e un’astensione, la CIP-S ha deciso di inoltrare cinque iniziative parlamentari (4 della CIP-S e una del Nazionale), “tante quante gli ambiti da noi considerati problematici e degni di una riflessione”, mediante le quali si spera in futuro di agevolare l’esame in merito alla validità o meno di un’iniziativa.

Diener ha detto di sperare nel via libera della CIP-N ancora quest’anno. Non è escluso, tuttavia, che ad occuparsene dovrà essere il nuovo parlamento che si costituirà in dicembre. Una minoranza si è detta contraria su alcuni punti, giudicando le soluzioni proposte troppo complicate, ha aggiunto la “senatrice” zurighese.

Per 7 voti a 4, la CIP-S ha dato seguito a un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Ruedi Lustenberger (PPD/LU), già approvata dalla CIP-N, che chiede l’abolizione di clausole retroattive nelle iniziative popolari, come accaduto per l’iniziativa volta a tassare le successioni e le donazioni, poiché giudicate contrarie allo stato di diritto. Una simile clausola dovrebbe essere motivo di annullamento di un’iniziativa.

Un’iniziativa parlamentare (7 a 5) inoltrata dalla CIP-S domanda invece l’adozione di criteri più severi per garantire l’unità della materia, criterio bistrattato secondo diversi “senatori” dall’iniziativa Ecopop (proposta che mirava a limitare fortemente l’immigrazione, n.d.r9) che mischiava aspetti demografici con l’aiuto allo sviluppo. Tali precisazioni potrebbero essere formulate in un decreto federale oppure incluse in una legge, ha spiegato Verena Diener.

Col voto decisivo della stessa presidente (7 a 6), la CIP-S auspica anche un intervento chiarificatore nel caso di quelle iniziative lanciate per far pressione affinché un testo adottato dal popolo in precedenza venga applicato.

Diener ha fatto esplicito riferimento all’iniziativa UDC detta di “attuazione”, volta a far pressione sul parlamento affinché si sbrigasse ad applicare l’articolo costituzionale per l’espulsione degli stranieri criminali.

Stando alla “senatrice” zurighese, il parlamento si è trovato di fronte a un’iniziativa per certi versi inedita, redatta perlopiù in maniera dettagliata, quasi fosse una legge, competenza quest’ultima che spetta al parlamento.

Secondo una maggioranza della commissione, iniziative del genere non rispettano il normale iter parlamentare, poiché obbligano le Camere ad esprimersi quando i lavori di applicazione della prima iniziativa sono ancora in corso, ha spiegato Diener. In questo caso, la CIP-S propone che il termine di trattazione della seconda iniziativa incominci al momento in cui scade il termine per l’applicazione della prima iniziativa.

Le due ultime iniziative parlamentari riguardano la possibilità offerta ai comitati d’iniziativa di sottoporre a una perizia la proposta di modifica costituzionale, e l’inclusione negli opuscoli delle votazioni popolari redatti dalla Cancelleria federale dei testi legislativi riguardanti i controprogetti indiretti votati dal parlamento.

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