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Disoccupazione: neodiplomati svizzeri sotto pressione

(Keystone-ATS) BERNA – La disoccupazione non incombe solo sui giovani che hanno fallito negli studi: anche chi ha appena ottenuto un diploma fatica a trovare un impiego. La proporzione di svizzeri senzalavoro alla fine della scuola obbligatoria o di un apprendistato è addirittura superiore alla media.
I giovani più duramente colpiti sono quelli che hanno appena ottenuto il certificato federale di capacità. “Ci sono sempre meno posti a disposizione dei nuovi arrivati sul mercato del lavoro”, ha spiegato all’ATS la sociologa del lavoro Helen Buchs, dell’università di Zurigo. Si chiede ai neodiplomati di avere anche una lunga esperienza, ed è impossibile. La sociologa cita i dati di un monitoring del mercato del lavoro elaborato dall’ateneo zurighese: nel 2001 un posto in concorso su quattro era destinato ai giovani, nel 2009 la percentuale è scesa a uno su dieci.
Questa riduzione dell’offerta ha pesanti conseguenze. Un sondaggio della Società svizzera degli impiegati di commercio dello scorso novembre rivela che quasi il 40% dei giovani diplomati svizzerotedeschi non riesce a trovare un lavoro a tempo indeterminato e quasi un decimo non trova nessun lavoro.
Anche per quanto riguarda i posti di apprendistato la situazione è tesa. Anche se il numero globale dei posti a disposizione è più o meno uguale a quello dei candidati, la Segreteria di Stato all’economia (Seco) ha denunciato in luglio la carenza di offerte in alcuni settori.
“Affinché il mercato del lavoro svizzero possa funzionare correttamente, l’offerta deve superare del 15% la domanda”, afferma Jean Christophe Schwaab, dell’Unione sindacale svizzera (USS). “Se un giovane sangallese vuole seguire una formazione di parrucchiere, un posti di apprendistato per macellaio a Berna non gli è di grande aiuto”, sottolinea.
Quasi due terzi dei giovani svizzeri riesce a trovare un posto di apprendistato l’anno seguente la fine della scuola obbligatoria, stando ad un’inchiesta effettuata da diversi uffici regionali di collocamento. Ogni anno però fra 2000 a 3000 rimangono a mani vuote, ricorda Schwaab.
Neppure i giovani con un diploma universitario sono risparmiati. Anche se il numero di posti offerti è rimasto stabile negli ultimi anni, viene sempre più richiesta anche esperienza professionale. Di conseguenza prima di poter essere assunto, il candidato deve seguire diversi stage poco e per nulla rimunerati.
In luglio 22’000 ragazzi fra i 15 e i 24 anni erano in disoccupazione, secondo le cifre del Seco. I sindacati parlano invece di 40’000 persone alla ricerca di impiego in questa classe di età, visto che molti non si annunciano agli uffici di collocamento.
La revisione della legge sull’assicurazione contro la disoccupazione, in votazione il 26 settembre, prevede l’obbligo per i giovani fino ai 30 anni di accettare un lavoro che non corrisponde alle loro qualifiche. Inoltre i disoccupati di meno di 25 anni senza persone a carico riceveranno solo 200 indennità giornaliere invece di 400, e quelli che hanno appena concluso la formazione 90 invece di 260.

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