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Disoccupazione in aumento in ottobre: tasso sale a 3,1%

(Keystone-ATS) Cresce la disoccupazione in Svizzera: il tasso dei senza lavoro è salito al 3,1% in ottobre, contro il 3,0% del mese precedente. Su base annua vi è stata invece una progressione di 0,2 punti, ha annunciato oggi la Segreteria di Stato dell’economia (SECO). I disoccupati sono 133’443 (2371 in più di settembre): le cifre assolute sono in aumento da quattro mesi, ma fra luglio e settembre il tasso era rimasto fermo al 3,0%.

L’aumento del fenomeno è da ricondurre ad effetti stagionali, ha spiegato all’ats Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la SECO. In questo periodo l’impiego diminuisce nei rami del turismo e dell’edilizia.

Marcate rimangono le differenze regionali. In Ticino a non avere un impiego sono 7229 persone, 449 in più di settembre. Il tasso è al 4,5% (+0,3 punti rispetto a settembre, +0,1 sull’arco dei dodici mesi), superato solo dal 5,5% di Ginevra, dal 5,2% di Neuchâtel e dal 4,9% di Vaud. Nella media si trova Zurigo (3,1%), mentre solo alcuni piccoli cantoni fanno meglio dei Grigioni (1,9%), che segnala peraltro un forte aumento su base mensile (+0,7 punti) dovuto a classici motivi stagionali (crescita annua: +0,1%).

Ma anche il passaporto ha il suo influsso: lo scarto fra svizzeri (2,2% a livello nazionale) e stranieri (5,8%) rimane sensibile e sta anzi crescendo con il passare degli anni. I senza lavoro con nazionalità estera erano 60’979 in ottobre, contro i 58’397 di settembre: il tasso è salito di 0,2 punti, mentre è rimasto stabile per i lavoratori elvetici, che in termini assoluti palesano un calo (-211).

L’incremento dei disoccupati stranieri interessa tutte le nazioni di provenienza, con tassi dappertutto in progressione anche su base pluriennale, che raggiungono punte di quasi il 12% per i paesi interessati dall’allargamento dell’UE nel 2007, vale a dire Bulgaria e Romania. Per questi due stati le cifre assolute sono limitate ma le percentuali volano: la quota dei disoccupati, ancora del 6,2% nel 2011 (319 persone), è salita all’8,2% nel 2012 (418), al 10,2% in settembre (525) e all’11,8% in ottobre (603).

Anche l’insieme dell’UE a 27 paesi è in costante progressione (rispettivamente 4,1%, 4,5%, 4,6% e 5,1%). A questo proposito spiccano Francia (dal 5,3% del 2011 al 6,2% di settembre), Portogallo (dal 5,5% al 6,9%) e Spagna (dal 4,1 al 5,7%). Ma il fenomeno interessa tutte le nazioni, dall’Italia (dal 4,2% al 4,7%) alla Germania (dal 2,9 al 3,5%) passando per l’Austria (dal 2,8 al 3,6%): nessuno è in controtendenza.

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