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Donne ai vertici restano una rarità nelle aziende svizzere

Magdalena Martullo-Blocher, CEO di EMS-Chemie. Keystone/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Le donne continuano ad essere chiaramente sottorappresentate ai vertici delle aziende svizzere: una soltanto è a capo di una delle 50 maggiori imprese quotate in Borsa, Magdalena Martullo-Blocher di EMS-Chemie.

È quanto emerge dall’ultima analisi della multinazionale di reclutamento del personale Heidrick & Struggles, che ha esaminato i dati di oltre 900 presidenti di direzione in 16 paesi. Insieme alla Germania, la Svizzera si piazza al penultimo posto della classifica prima della Cina. Stando allo studio, il basso tasso si spiega tra l’altro con il fatto che le donne vengono meglio promosse all’estero che nella Confederazione.

Ma anche in altri paesi le donne ai vertici sono ancora poche: a livello internazionale nel 2019 solo un CEO su venti era di sesso femminile. Il tasso più elevato (16%) è stato registrato in Norvegia.

Dallo studio emerge pure che nessun altro paese ha tanti presidenti della direzione stranieri come la Svizzera: lo scorso anno la quota era del 46%, a fronte del 52% nel 2018. Stando alla società di reclutamento “l’elevata percentuale di CEO stranieri riflette l’attività globale di molte aziende elvetiche e il mercato del lavoro relativamente piccolo”.

Mediamente i presidenti della direzione in Svizzera hanno 54 anni al momento della loro nomina, contro una media internazionale di 56 anni. Solitamente restano in carica per quattro anni.

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